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È morto Papa Francesco: ieri nel giorno di Pasqua, tra la gente, il suo ultimo saluto tra la folla. Fragile e sorridente: come se sapesse, come se volesse salutarci

Aggiornamento: 4 ore fa

Il Papa ci lascia proprio all’indomani della Pasqua, la festa della vita che vince la morte. E chissà che questo non sia un messaggio, l’ultimo, il più potente: la...

Il mondo si è svegliato oggi con la notizia della scomparsa del Santo Padre. Una perdita che scuote profondamente i fedeli e l’intera comunità internazionale. Papa Francesco si è spento serenamente questa mattina, lasciando un vuoto immenso, ma anche un’eredità spirituale incancellabile.

Colpisce con particolare forza il ricordo di ieri, giorno di Pasqua. Nonostante la salute sempre più fragile, il Pontefice ha voluto essere presente in piazza San Pietro, per un momento carico di significato. Tra la folla, il suo sguardo sembrava più intenso del solito, le parole più lente, il sorriso più profondo. Un gesto semplice, ma potente. Come se avesse voluto, ancora una volta, farsi prossimo al popolo. Come se avesse voluto dire addio.


"È stato come vedere un padre che saluta i suoi figli per l’ultima volta", racconta commossa una fedele presente in piazza. "C'era un’atmosfera strana, solenne, come se tutti avessimo intuito che stava succedendo qualcosa di importante".

Quel momento, oggi, assume un significato profondo. Quel saluto pasquale, tra le campane che suonavano a festa e le colombe che volavano sopra la basilica, ora appare come l’estremo gesto d’amore di un uomo che ha sempre cercato il contatto umano, la vicinanza, la semplicità.

In queste ore, migliaia di persone si stanno radunando in preghiera. Le campane di San Pietro hanno suonato a lutto. I leader mondiali esprimono cordoglio e riconoscenza. Ma è soprattutto tra la gente semplice che si percepisce la portata della perdita.

Il Papa ci lascia proprio all’indomani della Pasqua, la festa della vita che vince la morte. E chissà che questo non sia un messaggio, l’ultimo, il più potente: la morte non è la fine, ma un passaggio. Come la sua presenza tra la folla di ieri, come il suo sorriso stanco ma luminoso, come un padre che, prima di partire, vuole guardare ancora una volta i suoi figli.


Biografia di Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco

Jorge Mario Bergoglio nasce il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, da genitori italiani emigrati dall’Italia nel 1928. Suo padre Mario, ferroviere, era originario di Asti, mentre la madre veniva dalla provincia di Alessandria. Cresciuto in un ambiente familiare profondamente cattolico, è influenzato in particolare dalla fede della nonna Rosa, l’unica che si rivolgesse a lui in italiano.

Fin da giovane alterna lo studio per diventare perito chimico con esperienze lavorative, che lui stesso definirà formative. A 21 anni, dopo una grave infezione ai polmoni, subisce l’asportazione di parte del polmone destro. In quel periodo, dopo una confessione il 21 settembre 1953, vive una forte esperienza spirituale che segna la sua vocazione religiosa.

 

Nel 1958 entra nel noviziato della Compagnia di Gesù, attratto dallo spirito missionario, dalla disciplina e dal linguaggio militare dei gesuiti. Dopo gli studi in filosofia e teologia, viene ordinato sacerdote nel 1969. È provinciale dei gesuiti argentini durante gli anni della dittatura militare, periodo in cui il suo comportamento suscita critiche e difese: alcuni lo accusano di complicità con il regime, altri lo lodano per aver protetto i perseguitati.

Dopo un periodo in Germania, diventa arcivescovo di Buenos Aires nel 1998 e cardinale nel 2001, scelto da Giovanni Paolo II. Si distingue per uno stile di vita sobrio, rifiutando i privilegi ecclesiastici, e si fa notare per la sua attenzione ai poveri e la sua critica alle disuguaglianze sociali e alla corruzione politica.

L’elezione a Papa e la scelta del nome Francesco

Il 13 marzo 2013, dopo la rinuncia di Benedetto XVI, Jorge Mario Bergoglio viene eletto Papa, primo gesuita e primo sudamericano a salire al soglio pontificio. Sceglie il nome Francesco, ispirandosi a San Francesco d’Assisi, simbolo di povertà, pace e rispetto del creato. La scelta è un chiaro segnale di discontinuità: un nome mai usato da nessun papa prima di lui, espressione del desiderio di una Chiesa povera per i poveri. Secondo i racconti, appena eletto, avrebbe detto scherzosamente ai cardinali: “Che Dio vi perdoni”.

Il suo primo saluto dalla loggia della Basilica Vaticana

“Fratelli e sorelle, buonasera!” — conquista i fedeli per la semplicità e l’umiltà. Rifiuta la mozzetta rossa e le scarpette tradizionali, dicendo ironicamente: “È finito il carnevale”. Da quel momento, inizia il pontificato di un papa che punta sulla misericordia, il dialogo e la riforma della Chiesa.








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