top of page

Vittima di bullismo perché malata di cancro, situazioni del genere non devono mai più verificarsi. La storia della "piccola" grande Asia

Aggiornamento: 23 mag

“Leggendo quei messaggi ho provato disgusto però non ci sono rimasta male perché le critiche altrui mi scivolano addosso” ha raccontato Asia...



Non si riesce ancora a comprendere bene la serietà e la gravità di un fenomeno che sembra ormai diffondersi a macchia d’olio, un fenomeno divenuto un vero e proprio male di una società spesso arida e priva di emozioni, una società crudele che ha dimenticato cosa significhi instaurare veri rapporti umani: rapporti nei quali nessuno prevarica sull’altro, nessuno vuole sempre e comunque infierire su chi è più debole, ed alle volte anche più sensibile. Eppure bisogna guardarsi attorno, non ci si può sempre voltare dall’altra parte; è necessario avere contezza di quanto alcuni fenomeni, come il bullismo ed il cyberbullismo, siano sempre più presenti e stiano sempre più condizionando una società spesso estremamente cinica ed impassibile dinanzi a qualsiasi tipo di dolore o sofferenza. A tal proposito in questo scenario balena subito in mente la storia della piccola Asia, una bambina di 14 anni, originaria di Sala Consilina, in provincia di Salerno, ricoverata presso l’ospedale pediatrico Santobono-Pausillipon di Napoli, bullizzata sui social solo perché affetta da un tumore al rene.

Asia è una bambina speciale, ama sorridere, ha deciso di lottare per sconfiggere quel brutto male che l’attanaglia, senza darsi mai per vinta. Trascorre tante ore in ospedale per sottoporsi alle cure necessarie e così ha deciso di ritagliarsi un “piccolo angolo di paradiso”, ha deciso di crearsi un piccolo spazio di libertà e gioia, in un momento così tanto difficile e delicato: ha iniziato a raccontare sui social la sua battaglia contro la malattia, alle volte suonando il piano nella ludoteca del reparto di oncologia, quel piano che le piace tanto e che le permette di non pensare a nulla, donandole tanta serenità e spensieratezza. Asia voleva solo “sfogarsi”, parlare della sua malattia, magari alla ricerca di un po' di comprensione e conforto, ma ciò non si è verificato ed anzi è stata oggetto di un accanito bullismo, tanti insulti le sono stati rivolti in maniera cattiva ed ingiustificata; è stata additata, giudicata, le hanno detto che era “pelata” solo perché indossava una bandana oppure le hanno scritto che le persone le erano amiche solo per il cancro, un’ondata di odio inaudita che ci lascia sempre più basiti ed amareggiati.

“Leggendo quei messaggi ho provato disgusto però non ci sono rimasta male perché le critiche altrui mi scivolano addosso” ha raccontato Asia.

“Un consiglio che mi sento di dare alle altre ragazzine come me che ricevono questi messaggi offensivi è di fregarsene perché non sanno quello che stiamo passando. Queste persone non mettono la propria faccia ma criticano soltanto. Vicino ho la mia famiglia e i miei cinque amici veri”.




La maturità della piccola Asia è disarmante, la sua forza incredibile, il suo coraggio ammirevole. A soli 14 anni ha già compreso bene come difendersi e tenersi lontano da persone così ciniche e spietate ed ha risposto così: “Scusa se faccio la chemio per un tumore che neanche io ho deciso di avere”. Si, proprio così, perché quella malattia non si sceglie, quella malattia arriva e basta e nessuno può permettersi di utilizzare coì tanta cattiveria, nessuno può permettersi di ferire così tanto nel profondo una persona, senza motivo e senza senso.

Perfino il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, su Instagram, ha espresso la sua vicinanza e ammirazione: “Asia ho visto il tuo video e sei bravissima! Complimenti per la tua forza e auguri”, così ha scritto Il Capo dello Stato.

Asia, che già da tempo lotta contro la sua malattia, si è ritrovata così a dover fare i conti con qualcosa di ancor più grande ed oltremodo obbrobrioso: la stupidità, la cattiveria, l’ignoranza, la superficialità, e soprattutto l’inettitudine di tanti haters; quegli haters che pensavano di ferirla nel profondo e che invece le hanno solo dato altrettanta forza per andare avanti e per avere sempre maggior consapevolezza di quanto sia bella la vita, di quanto sia importante credere in se stessi, senza mai farsi schiacciare da nessuno, perché ognuno di noi ha un valore immenso e nessuno potrà mai metterlo in discussione. Asia ha indossato il suo sorriso e, nonostante i suoi cicli di chemioterapia, continua ad illuminare il reparto dell’ospedale pediatrico Santobono-Pausillipon di Napoli: il suo sorriso è bellissimo, la sua allegria contagiosa, la sua voglia di vivere immensa, una “piccola” grande donna che può essere da esempio per molti.



La mamma, Rossana, ha così dichiarato: “Voglio dire a coloro che sono vittime di bullismo di qualsiasi tipo di prendere esempio da Asia che ha saputo reagire con il suo atteggiamento positivo a commenti sgradevoli non lasciandosi mai intimidire".

Si, proprio così, perché bisogna sottolineare come non tutti i giovanissimi riescano a reagire dinanzi a così tanta spietata cattiveria e crudeltà: spesso i coetanei, soprattutto se in gruppo, possono essere davvero spietati, determinando situazioni di estremo disagio e difficoltà per chi subisce questi atti di bullismo, di violenza e di prevaricazione. Molti giovani adolescenti non hanno ancora le spalle così larghe ed una personalità così spiccata per poter andare avanti dinanzi a così tanta ferocia e malvagità. Ricordiamo infatti i casi in cui alcuni studenti/studentesse hanno dovuto abbandonare perfino la scuola a causa di queste continue vessazioni nei loro confronti. Giovani ragazzi e ragazze tormentati spesso per il loro aspetto fisico, per l’essere “diversi” dagli altri, perché il loro modo di vestire non è adeguato allo standard al quale si omologano tutti, giovani spesso sempre tristi e condannati ad un inferno che non meritano di vivere in alcun modo ed in alcuna misura. Giovani emarginati e spesso troppo soli, senza alcuna possibilità di dialogo, senza che nessuno li ascolti, e così i casi di suicidio continuano ad aumentare.



Quello che è fondamentale sottolineare è un aspetto molto importante: quella che gli altri definiscono “diversità” in realtà è solo ciò che più ci invidiano e che non potranno mai avere. La nostra sensibilità, il nostro essere speciali, le nostre qualità, non dovranno mai essere sinonimo di debolezza o di emarginazione ma anzi motivo di orgoglio e di grande autostima. Potrebbe sembrare banale ma occorre sempre guardare la prospettiva dalla giusta angolazione: nessuno può ferirci, nessuno può farci del male, nessuno può intimorirci. Quando abbiamo qualche problema, cerchiamo sempre conforto, supporto, dialogo con i nostri genitori, con i nostri amici, con qualsiasi persona pronta ad ascoltarci e a tenderci la mano: tutto si risolverà ma solo se non permetteremo a quei piccolissimi ed insignificanti bulli di emarginarci e di incuterci timore. Non bisogna avere paura, mai…non permettiamolo più! Le parole possono ferire, far male, le parole hanno un peso e non bisogna rimanere inerti, non ci si può sempre girare dall’altra parte. L’indifferenza è inammissibile in tali circostanze: non è sempre tutto concesso, non si possono tollerare alcuni atteggiamenti, non tutto può essere legittimato o giustificato. Bisogna educare i giovanissimi, sin da subito, al rispetto reciproco, alla condivisione, alla solidarietà, ma soprattutto alla gentilezza: l’educazione, il garbo, l’essere cortesi, gentili, solidali...valori che non passano mai di moda.



TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE














di VALENTINA TROPEA




SCARICA ORA L'APP DI ASCUOLAOGGI




bottom of page