Tamaro: "Perché è questo lo straordinario salto indietro che è stato fatto dalla società postmoderna. Il bambino nasce perfetto e a noi, suoi devoti, non rimane che contemplare estasiati la sua perfezione. La griglia etica dell’essere umano dunque è...
La scrittrice Susanna Tamaro, attraverso una riflessione chiara e dettagliata, ci permette di soffermarci su alcuni aspetti estremamente rilevanti riguardanti i giovanissimi e la loro crescita consapevole.
In particolar modo la scrittrice, così come si evince da una sua disamina sul Corriere delle Sera, pone l'accento sulla connessione esistente tra sviluppo tecnologico e sviluppo cognitivo dei giovanissimi, mettendo in rilievo come si stia assistendo ad una vera e propria deriva, un'implosione della civiltà a causa di tale iperconnessione.
"Posto che stiamo assistendo a strabilianti progressi in ambito tecnologico e scientifico di cui non possiamo che essere felici, mi turba che nessuno si interroghi sul fatto che non ci sia stato un corrispondente avanzamento evolutivo nell’umano ma che piuttosto si sia inserita un’inarrestabile retromarcia che dovrebbe preoccupare tutti coloro che hanno a cuore la civiltà", queste le parole significative di Susanna Tamaro.
I giovanissimi percepiscono, quindi, un profondo malessere, incapaci di mettersi alla prova, spesso demotivati, apatici, passivi e pronti ad omologarsi pur di essere accettati, decidendo di far parte del "branco" e riconoscendo in quest'ultimo una propria identità individuale.
Le nuove generazioni si ritrovano così smarrite, senza alcun punto di riferimento, vengono nutrite dalla rete, spesso incapaci di scegliere consapevolmente, non avendo gli adeguati strumenti per poter crescere in maniera sana ed equilibrata e per poter discernere il bene dal male.
Ecco allora la necessità di superare il culto del "bambino perfetto".
"Perché è questo lo straordinario salto indietro che è stato fatto dalla società postmoderna. Il bambino nasce perfetto e a noi, suoi devoti, non rimane che contemplare estasiati la sua perfezione. La griglia etica dell’essere umano dunque è stata sollevata: liberi tutti perché il male non esiste e non dobbiamo fare nessuno sforzo per contrastare queste oscure e ataviche pulsioni che vivono costantemente dentro di noi.
Un tempo la società, la scuola, la famiglia erano consapevoli che i difetti dei bambini andavano corretti e che educare voleva dire privilegiare le virtù davanti all’indolenza dei vizi. E questo per un fatto molto semplice, perché a differenza delle altre specie di mammiferi che popolano la terra, e che non hanno turbamenti perché l’istinto li conduce per una strada senza deviazioni, gli esseri umani sono portatori di una grande e anche oscura complessità e il momento in cui ci si scorda di questo abbiamo già fatto un passo verso il baratro. Baratro individuale e baratro di una società che si rifiuta di vedere l’abisso davanti a sé", così Susanna Tamaro continua la sua profonda riflessione.
"Nel mondo la presenza attiva del male invece esiste, basta aprire qualsiasi notiziario per esserne consapevoli, e questo male può agire come un tarlo dentro di noi, lavorare silenziosamente logorando la struttura, oppure può esplodere con il fragore di un grande petardo, accecando e facendo compiere atti di cui mai ci si sarebbe creduti capaci. E quando questi atti succedono, non volendo riconoscere questa realtà, non ci si può che avvolgere nel manto del moralismo, della perpetua e dell’inutile ricerca di una ragione psichiatricamente comprensibile e dunque tranquillizzante", così ci spiega a gran voce la scrittrice, senza alcuna esitazione.
"L’educazione è un cammino che dovrebbe proseguire tutta la vita e questo cammino — capace sempre di mettere a fuoco le debolezze e di lottare per vincerle — necessita della più umana, e ormai lungamente ridicolizzata, delle forze: quella di volontà. Io desidero essere altro da quello che sono e, per compiere questo cambiamento, lavoro costantemente su me stesso. La scomparsa della volontà virtuosa lascia pieno campo a quella più distruttiva, la volontà di potenza", in tal modo conclude la sua riflessione Susanna Tamaro ponendo in risalto l'importanza dell'educazione che dovrebbe accompagnarci per tutta la vita, alla luce della sua rilevante ed imprescindibile funzione pedagogica.
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