L'utilizzo non più della carta e della penna ma di una mera tastiera ha spesso determinato difficoltà nello scrivere a mano, dimenticando che le uniche via per imparare passano per l'esercizio, la pazienza e la...
Il ruolo svolto da un educatore, insegnante o genitore, è di estrema importanza: non è semplice guidare nel cammino di crescita e di sviluppo giovani ragazzi, spesso alla ricerca di punti di riferimento, ed ancora troppo poco maturi per poter scegliere consapevolmente e responsabilmente.
L'irrompere della tecnologia, e quindi anche di nuovi mezzi di comunicazione, ha senz'altro influenzato, alle volte però in maniera negativa, le metodologie di apprendimento e di espressione del pensiero.
L'utilizzo non più della carta e della penna ma di una mera tastiera ha spesso determinato difficoltà nello scrivere a mano, dimenticando che le uniche vie per imparare passano per l'esercizio, la pazienza e la costanza.
Tale aspetto viene evidenziato proprio dalla scrittrice Susanna Tamaro che sottolinea come ogni bambino apprenda in tempi e modi diversi: ognuno ha un suo modo di assimilare i concetti, di farli propri, ognuno ha delle capacità di apprendimento, che variano da soggetto a soggetto. Non esistono regole che possano trovare applicazione per tutti i bambini: ognuno ha un suo patrimonio, delle inclinazioni naturali, delle caratteristiche particolari che lo contraddistinguono da qualsiasi altro bambino, rendendolo unico nel suo genere ed estremamente speciale.
Ad oggi sembra sia aumentato il numero di bambini "certificati" per una carenza di apprendimento: si parla di discalculia, dislessia, disortografia, disprassia, disgrafia. Ma è davvero così oppure spesso si utilizzano delle etichette per classificare i bambini e per deresponsabilizzarsi senza dedicare loro le giuste attenzioni e le opportune premure?
"Un Paese che taglia costantemente le risorse della scuola, che «ottimizza» le uscite, creando situazioni di fragilità sempre più estese, è un Paese privo di visione, incapace di immaginare un futuro diverso e migliore del presente", così dichiara Susanna Tamaro, facendo riferimento anche alla scuola di un tempo, che era più efficiente quando, invece di essere un'azienda, era solo un luogo dove imparare, quando aveva cioè il compito di dare una preparazione di base a tutti quelli che la frequentavano, avendo al vertice dei presidi autorevoli che svolgevano una funzione guida imprescindibile.
"La scuola ondivaga dei nostri giorni è tristemente figlia di questi tempi dominati dalla liquidità. Liquidità che, tra l'altro, grazie alla folle gestione del corpo docente, porta gli alunni a un frenetico turnover di insegnanti, i quali non solo possono venir sostituiti da un anno all'altro, ma anche nel corso dello stesso anno. Com'è possibile ottenere continuità didattica in questo modo? Com'è possibile costruire un sapere - o ancor di più, una passione per il sapere- se il referente cambia in continuazione?", continua la scrittrice a gran voce e senza alcuna titubanza.
Questo perché la stabilità è un requisito essenziale dell'apprendimento: senza stabilità non si possono mettere radici e, senza radici, si diventa bambini- erba, costretti ad essere rigogliosi o ad appassire non in virtù della propria volontà ma in relazione alla volubilità degli eventi atmosferici.
Occorre, quindi, accogliere con gioia e curiosità le novità senza però dimenticare che i bambini-erba sono destinati a seguire la ciclicità degli eventi, così da svilupparsi uniformemente e all'insegna di limiti, mentre i bambini- albero potranno mettere radici, crescendo in maniera sana ed equilibrata, dedicando loro le giuste cure ed attenzioni, preservando il terreno così che possa essere sempre fertile, e raccogliendo a tempo debiti i frutti che l'albero stesso è riuscito a produrre.
Nulla avviene per caso ed è solo attraverso l'impegno, il sacrifico, la costanza e la dedizione che è possibile raggiungere ottimi risultati, senza mai dimenticare che ogni bambino ha il diritto di crescere, diritto innegabile ed incontestabile; ogni bambino deve poter riscoprire la propria essenza, la propria identità, giorno dopo giorno, così da crescere consapevolmente e responsabilmente.
di VALENTINA TROPEA