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Studenti in Italia, tra cocaina, alcol e psicofarmaci. Dagli ultimi dati emerge un quadro allarmante. La scuola e le famiglie hanno fallito !?

Riguardo al consumo, si rileva maggior tolleranza verso sostanze legali e cannabinoidi: due genitori intervistati su cinque si dichiarano permissivi rispetto a tabacco e sigarette elettroniche e circa la metà ritiene che il consumo di alcol e cannabinoidi vada contestualizzato prima di essere giudicato...




Nei giorni in cui oltre 500MILA studenti stanno conseguendo la maturità arriva la conferma da parte del Ministero di dati allarmanti sull’utilizzo di droghe, alcol e psicofarmaci tra i giovani. Possiamo affermare certamente che tra le tracce della prima prova dell'Esame di Stato un tema così importante non poteva e non doveva mancare, un tema che tocca da vicino la scuola e la società intera. I dati emersi, in costante aumento, fanno porre interrogativi importanti: la scuola ha fallito la sua missione? Le responsabilità di questa situazione alquanto drammatica su chi deve ricadere? Famiglie e scuola non possono uscirne illese sicuramente.


Lo scenario della diffusione e del consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope in Italia è caratterizzato, nel 2023 da trend in aumento: in rapporto sia ai consumi, sia ai reati penali in violazione del “Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”, sia alla domanda di trattamento.


In particolare, si conferma la crescita del consumo di sostanze psicoattive tra i giovani tra i 15 e i 19 anni rispetto all’anno precedente: quasi 960mila, pari al 39% della popolazione studentesca, riferiscono di aver consumato una sostanza illegale almeno una volta nella vita e oltre 680mila (28%) nel corso dell’ultimo anno.


Le percentuali di studenti che riferiscono di aver usato almeno una volta nel corso dell’anno sono: cocaina dall’1,8% al 2,2%, stimolanti dal 2,1% al 2,9%, allucinogeni dall’1,6% al 2% e Nuove sostanze psicoattive dal 5,8% al 6,4%. La cannabis rimane la sostanza più usata dai giovani, ma vede una diminuzione della prevalenza rispetto al 2022 (22,2% contro il 23,7%).


Il 2023 è stato caratterizzato da 25 allerte diramate dal Sistema nazionale di allerta precoce del Dipartimento per le politiche antidroga (Dpa) ai centri collaborativi preposti. Le due di grado più elevato, concernenti un rischio concreto di gravi danni per la salute delle persone, hanno riguardato la diffusione del fentanyl illecito, un oppioide sintetico con una potenza oltre 80 volte superiore a quella della morfina, e della xilazina, un potente sedativo solitamente impiegato in veterinaria, usata nel mercato illegale come adulterante.


A fronte della diffusione dei consumi fra i giovanissimi si registra un aumento delle operazioni antidroga e dei sequestri da parte delle forze di polizia (rispettivamente, +6% e +17%), con 89 tonnellate di sostanze stupefacenti confiscate in Italia e nelle acque internazionali limitrofe.


Assieme all’aumento dei consumi, si osserva anche quello del coinvolgimento dei minorenni nell’ambito della produzione, del traffico e della detenzione illecita di sostanze stupefacenti: il numero di minorenni denunciati all’Autorità Giudiziaria per reati penali droga-correlati ha visto un aumento del 10%.


In generale, i detenuti tossicodipendenti rappresentano il 29% del totale al 31 dicembre 2023, mentre 3.901 persone sono in carico all’Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe) per misure alternative alla detenzione.


Famiglie e prevenzione

I risultati preliminari dello studio pilota “Famiglie e prevenzione” su “percezioni e competenze dei genitori riguardo al consumo di sostanze psicoattive e alcol da parte dei minori” si basano sui dati raccolti a marzo-aprile 2024 attraverso una survey anonima alla quale hanno partecipato 4.901 genitori di studenti con età tra i 9 e i 14 anni, frequentanti 20 scuole primarie e secondarie di primo grado della Città metropolitana di Roma Capitale.

I genitori intervistati si ritengono per oltre il 50% capaci di riconoscere i sintomi derivanti dal consumo delle sostanze legali (alcol e derivati del tabacco) e dei cannabinoidi, mentre meno della metà si dice in grado di riconoscere i sintomi legati all’uso di altre sostanze psicoattive illegali. Riguardo al consumo, si rileva maggior tolleranza verso sostanze legali e cannabinoidi: due genitori su cinque si dichiarano permissivi rispetto a tabacco e sigarette elettroniche e circa la metà ritiene che il consumo di alcol e cannabinoidi vada contestualizzato prima di essere giudicato. Il consumo di altre sostanze illegali è invece reputato assolutamente intollerabile dal 90%.

La maggior parte dei genitori ritiene facilmente accessibili per i propri figli tutte le sostanze considerate. I luoghi all’aperto, come strade e parchi, sono maggiormente indicati come quelli dove reperire sostanze illegali e psicofarmaci, oltre a luoghi più frequentati dai figli come scuole e case di amici, in relazione alle sostanze legali. Qualora venisse a conoscenza che i propri figli fanno uso di sostanze, la maggior parte dei genitori ricorrerebbe prevalentemente ad attività di informazione e coinvolgimento familiare.

 

E quindi ecco il ruolo fondamentale della scuola: è necessario che gli insegnanti ricomincino a svolgere il ruolo di educatori, di guida, per quei giovani ragazzi che hanno perso quell'entusiasmo, quella gioia di vivere, quella spensieratezza che dovrebbe, invece, sempre contraddistinguere ognuno di loro.


Il fenomeno delle tossicodipendenze è un fenomeno in aumento e fortemente allarmante. Le famiglie, insieme agli inseganti, devono svolgere un ruolo attivo e non possono rimanere in disparte.


Ogni studente, ogni giovane adolescente, nell'ambito della sua crescita necessita di uno sguardo attento, di un supporto sempre presente: bisogna rieducare i giovani e far comprendere loro il vero valore della vita e soprattutto della loro salute, diritto inviolabile.


Il ministro ha posto l'accento sui dati dell’ultimo rapporto OCSE che evidenziano le gravi conseguenze dell’abuso del cellulare e dei social media. Questi comportamenti influiscono negativamente sull’attenzione e sul rendimento scolastico. Uno studio dell’UNESCO mostra dati allarmanti riguardo la carenza di attenzione e l’impatto negativo dell’abuso del cellulare sulla fantasia e la creatività dei giovani.











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di VALENTINA TROPEA




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