Marcello Pacifico: “Questa decisione del Governo di non rinnovare l’accessorio una tantum 2023 rappresenta un ulteriore beffa per i lavoratori della scuola"
Una scelta, quella di non rinnovare l'emolumento accessorio ai lavoratori della scuola, che va a ridurre ancor di più il potere di acquisto. Un'analisi fatta più volte dal sindacato ANIEF, infatti il costo della vita è aumentato negli ultimi anni in modo esponenziale. L'IDV che i dipendenti della scuola hanno ricevuto con lo stipendio di dicembre ha coperto solo in parte l'aumento dell'inflazione. I lavoratori della scuola dovrebbero ancora ricevere, per essere in pari con l'aumento dell'inflazione, almeno altre 3000 / 4000 euro. Ai dipendenti pubblici e della scuola il Governo dà, ma toglie anche: se la Legge di Bilancio 2024 tenta di coprire il costo della vita, in attesa del rinnovo contrattuale 2022/24, attraverso un’indennità (IVC), peraltro non adeguata, con la busta paga di gennaio 2024 verrà meno l’emolumento accessorio una tantum assegnato per tutto il 2023. Si tratta appena dell’1,5% dello stipendio, ma considerando l’entità modesta degli stipendi della scuola, non è affatto una riduzione marginale: “i beneficiari – scrive oggi la stampa specializzata - includevano dai collaboratori scolastici ai docenti delle superiori, con un incremento variabile da 20,53 euro a 44,38 euro al mese a seconda del gradone di anzianità”.
STIPENDI COSA CAMBIA PER I DOCENTI E ATA DA GENNAIO
Dal prossimo mese di gennaio sono previste differenze sostanziali nella retribuzione tra personale scolastico di ruolo e precario: il personale di ruolo, che ha già ricevuto l’anticipazione per il 2024, non percepirà più l’1,5% e avrà una retribuzione inferiore rispetto a novembre 2023; il personale precario, invece, subirà la riduzione dell’1,5%, ma percepirà contestualmente l’indennità di vacanza contrattuale (il cui importo è maggiore rispetto all’emolumento dell’1,5%) registrando un incremento mensile (quell’incremento che invece il personale di ruolo ha già ricevuto in una sola rata) in busta paga che è pari al differenziale tra l’IVC e l’importo dell’1,5%.
IL COMMENTO DEL SINDACATO
“Questa decisione del Governo – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – di non rinnovare l’accessorio una tantum 2023 rappresenta un ulteriore beffa per i lavoratori della scuola. Andrà infatti a rendere ancora più ridotto il già basso incremento percentuale di indennità di vacanza contrattuale, fissato attorno al 6%, portando l’incremento anti-inflazione sotto il 5%. È un anticipo chiaramente molto al di sotto dell’inflazione, che nell’ultimo biennio ha superato il 16%, secondo alcune fonti attendibili arrivando a toccare addirittura il 18%”.
“In questa situazione – continua Pacifico - è chiaro che gli 800-1.500 euro lordi di indennità ricevuti nei giorni passati assieme a dicembre e tredicesima del 2023 diventa una somma sempre meno importante. Per questo abbiamo deciso di fare partire le procedure di diffida a tutela di tutti gli insegnanti e Ata di ruolo, al fine di fargli avere per intero l’indennità di vacanza contrattuale al 50% del tasso di inflazione programmata, superiore al 16%, con risarcimenti che arrivano a 5.000 euro a lavoratore. Inoltre, proponiamo ricorsi specifici per i precari che sono stati tagliati fuori dall’una tantum di anticipo di indennità vacanza contrattuale di dicembre 2023”.
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