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Sostegno, le famiglie chiedono docenti preparati e capaci di essere empatici. Anief, "prima servono risorse e assunzioni su tutti i posti liberi, basta ipocrisie di Stato"

"Il sindacato Anief comprende le ragioni delle famiglie dei giovani con disabilità, ma ritiene anche che prima dell’empatia occorra produrre degli adeguati finanziamenti pubblici per supportare la causa del sostegno a..."

Sulla formazione degli studenti con disabilità anche i genitori fanno sentire la loro voce: attraverso la stampa nazionale rivendicano l’attuazione di diritti che dovrebbero essere attuati: non chiediamo “trattamenti super”, ma “solo personale preparato e non recuperato tra varie liste, persone che sappiano entrare in empatia con i nostri figli, chiediamo una continuità didattica”. Il sindacato Anief comprende le ragioni delle famiglie dei giovani con disabilità, ma ritiene anche che prima dell’empatia occorra

produrre degli adeguati finanziamenti pubblici per supportare la causa del sostegno a scuola. “Come Anief – spiega il concetto il presidente nazionale Marcello Pacifico – siamo certamente vicini, come sempre, ai genitori dei ragazzi con disabilità certificata. Allo stesso tempo, proprio per dare maggiore forza all’azione educante e formativa dei docenti di sostegno, nonché per realizzare la continuità didattica, riteniamo indispensabile che i precari che lavorano su cattedre libere vengano tutti immessi in ruolo e anche più pagati. Riteniamo che sia giunto il momento di denunciare che la metà di essi è sfruttata come precaria, che svolge il suo lavoro con pochi diritti, con gli stessi stipendi e omissioni dei contributi statali, che chi fa sostegno nella scuola risulta limitato persino nella mobilità, con blocchi quinquennali assurdi, e non ha nemmeno una specifica indennità, pur dovendosi rapportare con tutti gli insegnanti del Consiglio di classe o di più classi per la programmazione e la definizione del Pei”.

“A fronte di tutto questo – continua Pacifico - gli insegnanti di sostegno risultano addirittura tra i meno pagati di tutta la pubblica amministrazione italiana. La verità è che bisogna finirla con i luoghi comuni e con le ipocrisie di Stato: ci vogliono risorse vere e importanti, prima ancora dell’empatia, come servirebbe attivare in fretta corsi di specializzazione e farlo non più a carico dei corsisti: non è un caso - conclude il presidente nazionale del sindacato autonomo rappresentativo – che alcuni giorni fa, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, abbiamo chiesto l’avvio delle procedure per attuare 100 mila assunzioni in ruolo e l’avvio di corsi aperti-gratuiti di didattica speciale”.

Sempre per dire ‘no’ al diritto al sostegno negato, da diversi anni Anief ha attivato l’iniziativa gratuita “Anief “Sostegno: non un'ora di meno!”, attraverso la quale ci si oppone in sede giudiziaria: recentemente anche il Tribunale di Roma ha ribadito che negare le ore di sostegno è discriminazione. Anief ricorda anche che l'indirizzo sostegno@anief.net è a disposizione di tutte le famiglie, dei docenti e dei dirigenti che necessitano dell’intervento del giovane sindacato e dei suoi legali, così da ottenere per ogni alunno il giusto apporto di ore di sostegno prescritto dal Programma educativo individualizzato, nel pieno rispetto della normativa vigente e dei diritti degli allievi con disabilità certificata.




di LA REDAZIONE


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