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SOSTEGNO, BOCCI CON DATI ALLA MANO SMENTISCE IL MINISTRO VALDITARA. L'INTERESSE PER LE SPECIALIZZAZIONI È CRESCENTE, IN 9 CICLI SPECIALIZZATI OLTRE 200MILA DOCENTI

"Più di una volta il Ministro ha affermato che si è trovato dinanzi alla indisponibilità se non addirittura alla mancanza di interesse delle Università a formare gli insegnanti specializzati al sostegno e ciò lo ha indotto a coinvolgere.."


Il Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valdiatara, nell'ambito della trasmissione "In altre parole" su La7, ha dichiarato espressamente: "Ci sono numeri superiori per assumere docenti di sostegno. […] Per la prima volta noi andiamo a stabilizzare in modo significativo docenti che non potevano essere assunti perché non avevano la specializzazione. La gran parte dei docenti precari sono docenti di sostegno.

E perché non potevano essere stabilizzati? Perché mancavano le specializzazioni, perché le università non avevano interesse più di tanto a specializzarli e quindi non specializzavano questi docenti. Noi abbiamo, per la prima volta, affidato a INDIRE, che è un ente di ricerca indipendente dal Ministero, il compito di specializzare questi docenti."

A tal proposito il Professore Ordinario di Didattica e Pedagogia Speciale, Direttore del Corso di Specializzazione per il sostegno didattico, Dipartimento di Scienze della Formazione, Università Roma Tre, Coordinatore del Gruppo di lavoro del Comitato Regionale Università del Lazio per i percorsi di formazione universitaria per l’insegnamento Fabio Bocci, nell'ambito del quotidiano 'Domani', mette in discussione le affermazioni del Ministro in merito al disinteresse delle Università nello specializzare i docenti di sostegno.

"Più di una volta – la più recente l’8 dicembre durante un’intervista da parte di Massimo Gramellini nel programma TV In altre parole in onda su La7 – il Ministro ha affermato che si è trovato dinanzi alla indisponibilità se non addirittura alla mancanza di interesse delle Università a formare gli insegnanti specializzati al sostegno e ciò lo ha indotto a coinvolgere INDIRE. Il tutto senza presentare alcun dato su quanto asserito (mentre nell’ambito della medesima intervista su altro tema ha sfoderato dalla tasca un foglietto con dati e percentuali)", queste le parole del Direttore.


Le Università italiane hanno specializzato circa 200.000 insegnanti

"In nove cicli le Università italiane hanno specializzato circa 200.000 insegnanti con un incremento pari a 19.476. Se poi operiamo una comparazione tra il VII e il IX Ciclo (quindi alla sola ultima triade di cicli attivata), si passa dai 25.874 posti del VII ai 32.317 del IX, con un ulteriore incremento complessivo di 6.443 posti messi a disposizione. Nello specifico, tra il VII e il IX si assiste a livello nazionale a una piccola flessione per la scuola dell’Infanzia (- 58 posti) e per la Scuola Primaria (- 167 posti) ma a si assiste altresì a un deciso incremento per la secondaria di I Grado (+ 1.693) e per la secondaria di II grado (+ 4.975)", continua ancora il professore.

In sintesi, tra il primo e il nono ciclo abbiamo assistito a un incremento di posti pari a 25.919 unità e un incremento delle Università impegnate pari a 21.

A tal fine il Direttore si pone tale domanda:

"Ora, alla luce di questi dati, mi chiedo per quale ragione il Ministro abbia sentito la necessità di affermare, offrendo la sua asserzione come verità, che le università non sono interessate a specializzare le/gli insegnanti sul sostegno. Una affermazione, ci sia consentito, lesiva per gli Atenei (al limite del diffamatorio, stante il ruolo pubblico che questi rivestono) chiamati in causa (statali e privati non telematici) e lesiva anche nei confronti di noi docenti che da anni dedichiamo senza sosta il nostro tempo professionale a organizzare al meglio, a dirigere e a insegnare in questi corsi, avendo peraltro prodotto una vastissima molte di studi e ricerche che, evidentemente, il ministro Valditara non si è peritato di leggere".

"Il corso di specializzazione per il sostegno, per come disposto dal DM 30 settembre 2011, può essere svolto solo in modalità in presenza e, quindi, da università cosiddette tradizionali (statali o private ma riconosciute nel sistema formativo nazionale, purché aventi un direttore di settore scientifico disciplinare ex M-Ped-03 ora PAED-02/A) ovvero non telematiche. L’attivazione di un corso nella sola modalità a distanza con l’assegnazione a Indire, che può peraltro consorziarsi con gli atenei, apre di fatto la strada all’ingresso delle università telematiche (che da quel che sappiamo sono già all’opera in tal senso).

In altre parole, si sta dunque preludendo, dopo i corsi abilitanti (30, 60 CFU) ai sensi del DPCM 4 agosto 2023, anche l’accesso delle università telematiche a questo ambito di formazione dei docenti, benché fino ad ora non fosse possibile? E, a seguire: il contestuale discredito delle università statali e pubbliche non telematiche che, a detta del Ministro, non si sono interessate a formare i docenti specializzati, non sarà un modo per dare un definitivo affondo ai già agonizzanti Atenei statali, stritolati dalla decurtazione progressiva e oggi micidiale del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO)?", questa l'ulteriore quesito che si pone il Professore Ordinario di Didattica e Pedagogia Speciale, Direttore del Corso di Specializzazione per il sostegno didattico, Dipartimento di Scienze della Formazione, Università Roma Tre, Coordinatore del Gruppo di lavoro del Comitato Regionale Università del Lazio per i percorsi di formazione universitaria per l’insegnamento.


"Chiedo/chiediamo quindi al Ministro Valditara di discutere pubblicamente della questione e non con un/una giornalista impreparato/a sul tema e sulle sue implicazioni ma con gli addetti ai lavori. Sono e siamo qui a sua disposizione per discutere nel merito delle sue affermazioni, soprattutto alla luce dei dati che ho qui riprodotto e messo a disposizione.

Lo chiedo/chiediamo non solo e non tanto per noi (per difendere l’onorabilità nostra e degli Atenei) ma per il rispetto che nutriamo verso le nostre Istituzioni e per la cosa pubblica. Lo chiedo/chiediamo quindi per l’onorabilità di chi ha un ruolo istituzionale in parlamento e nel Governo", così conclude il Professore Bocci.

di VALENTINA TROPEA

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