"La ricerca nazionale ha evidenziato numeri in decisa controtendenza rispetto agli alunni normodotati: in 5 anni gli iscritti con disabilità riconosciuta sono saliti del..."
La riduzione del tasso demografico fa ridurre il numero complessivo degli alunni, ma non quelli con disabilità, in particolare con disabilità grave: il dato, emerge da un'analisi fatta su dati ministeriali relativi agli anni scolastici che vanno dal 2019/20 al 2022/23. La ricerca nazionale ha evidenziato numeri in decisa controtendenza rispetto agli alunni normodotati: in 5 anni gli iscritti con disabilità riconosciuta sono saliti del 13,58% e per i casi di disabilità grave l’incremento, sempre nel quinquennio, è stato del 18,52%. Un vero e proprio boom si è registrato nella regione in Lombardia, dove l’aumento ha sfiorato il 30% (per la precisione il 29,42%).
Secondo il sindacato autonomo Anief questi numeri devono fare riflettere chi gestisce le nostre scuole e il servizio didattico adottato: “Alla luce dell’innalzamento di studenti con disabilità– spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – diventa ancora più importante puntare a una piena valorizzazione dei docenti di sostegno. Su questo punto, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha deciso di aumentare il numero di docenti specializzati coi corsi organizzati anche da Indire e di far confermare i supplenti dai capi di istituto, si è impegnato a aumentare i posti in organico di diritto, ha ospitato interventi ripetuti di esperti del settore che si sono interrogati sulla sostenibilità del sistema nella stampa. Sono delle risposte ad un sistema sia in crisi, per via del numero insufficiente di insegnanti specializzati rispetto alle certificazioni, appunto in aumento, ai pochi posti destinati ai ruoli, al numero di posti autorizzati rispetto alle richieste delle famiglie e delle scuole è sotto gli occhi di tutti”.
“Bisogna quindi dare merito al ministro Valditara - continua Pacifico - di essersene preso carico, anche se la conferma dei supplenti su scelta delle famiglie e del dirigente scolastico, è una soluzione certamente gradita agli stessi ma tradisce la stessa definizione di merito, oltre a non risolvere la tanto invocata continuità didattica, raggiungibile soltanto con lo sblocco dei ruoli su tutti i posti vacanti. Ma se la colpa è da ascrivere alle politiche draconiane di bilancio degli ultimi venti anni perpetrate da tutti i Governi, bisognerebbe anche interrogare chi, col suo silenzio, non ha lottato per l'aumento dei posti di sostegno o contro il loro taglio, come se non fosse fondamentale la figura dell'insegnante di sostegno nella scuola dell'inclusione, in nome di un approccio didattico in grado di coinvolgere pienamente gli insegnanti curricolari”.
Secondo il sindacato Anief, lo scandalo non è organizzare corsi semplificati per specializzare 80 mila insegnanti non specializzati o penalizzare chi si è specializzato l'estero, ma non aver allineato la domanda all'offerta negli ultimi anni e non aver assunto e valorizzato chi si è specializzato in Italia. La continuità didattica non si ottiene con supplenze pluriennali ma con la trasformazione dei posti in deroga in organico di diritto e l'assunzione nei ruoli col doppio canale e specifiche indennità per i fuori sede e non vincoli per i neo-assunti.
Quindi, la ridefinizione delle certificazioni è da bloccare perché finalizzata soltanto a contrarre il diritto allo studio dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. Bisogna poi pensare alle altre figure essenziali, quali l'assistente all'autonomia e comunicazione, l'assistente alla persona, l'operatore scolastico, ai servizi degli enti locali di trasporto e soprattutto al progetto di vita dopo la scuola dell'obbligo e il diploma. Su questi obiettivi si sta muovendo il sindacato Anief, che sta presentando uno specifico manifesto che riconosca la dignità dell'insegnante di sostegno nei seminari che sta svolgendo in ogni provincia insieme a Eurosofia: consulta il calendario.
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