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Sostegno, ancora 80mila docenti PRECARI. NESSUN miglioramento, Anief scrive al Parlamento UE e prepara ricorso al TAR

Il sindacato ha annunciato l’invio di una lettera al Parlamento Europeo per sollecitare una decisione definitiva del Comitato europeo dei diritti sociali (CESD) sul reclamo già...


Nonostante l’annuncio di un incremento di 1.866 posti di sostegno per l’anno scolastico 2025/2026, il sistema dell’inclusione scolastica continua a poggiarsi su fondamenta fragili e temporanee. Lo denuncia con forza il sindacato Anief, che contesta apertamente la scelta del Ministero dell’Istruzione e del Merito e del Ministero dell’Economia di mantenere in deroga ben 79.083 posti, ovvero affidati a docenti precari, spesso non specializzati, con contratti in scadenza al 30 giugno.


A prendere posizione è il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico, che definisce inaccettabile l’attuale gestione del personale di sostegno. “Sui docenti di sostegno non si può pensare di andare avanti in questo modo. Serve un cambio di rotta deciso. Bisogna dire basta alla reiterazione delle supplenze, che minano la continuità didattica e l’apprendimento degli alunni”, afferma Pacifico, sottolineando l’urgenza di stabilizzare i posti tramite assunzioni a tempo indeterminato e doppio canale di reclutamento, valorizzando anche le graduatorie esistenti.

Il sindacato ha annunciato l’invio di una lettera al Parlamento Europeo per sollecitare una decisione definitiva del Comitato europeo dei diritti sociali (CESD) sul reclamo già accolto contro l’Italia. In particolare, viene richiamata la procedura d’infrazione n. 4231/14, aperta nei confronti del nostro Paese per l’abuso reiterato dei contratti a tempo determinato, in violazione delle normative europee sul lavoro. Secondo Anief, l’unica via percorribile è il superamento delle deroghe e il collocamento di tutti i posti di sostegno nell’organico di diritto, così da renderli disponibili per le immissioni in ruolo e garantire continuità educativa agli studenti con disabilità.


Non si ferma qui la protesta del sindacato, che si scaglia anche contro il recente Decreto Ministeriale n. 32 del 26 febbraio 2025, che consente la conferma del docente precario su sostegno su richiesta delle famiglie degli alunni. Una misura che, secondo Anief, introduce elementi di arbitrarietà e rischia di compromettere la trasparenza nelle nomine e il principio dell’equità. Per questo, il sindacato invita i docenti interessati a presentare domanda di preadesione a un ricorso al TAR, contestando la legittimità del provvedimento, varato in attuazione dell’articolo 8, comma 2, del decreto-legge n. 71/2024.

L’azione dell’Anief si sviluppa su più livelli: da un lato il fronte europeo, con l’intento di far valere i diritti dei lavoratori precari alla stabilizzazione; dall’altro, il piano giuridico nazionale, con il ricorso contro provvedimenti ritenuti discriminatori e incoerenti con i principi costituzionali e comunitari. Il messaggio è chiaro: la scuola italiana ha bisogno di stabilità, continuità e competenza. E questo può avvenire solo ponendo fine alla logica emergenziale che ha finora governato il mondo del sostegno.





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