Pittoni: "È vero che con la crisi demografica tra un decennio potremmo avere un milione di studenti in meno ma oggi la situazione è opposta: a mancare sono i docenti"
«Come segnalato i giorni scorsi dal Messaggero Veneto, in Friuli Venezia Giulia allo stato attuale la scuola si affida per un buon 25 per cento a insegnanti assunti a tempo determinato (analoga la situazione per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario). E non è neppure tra le realtà messe peggio. A livello nazionale, infatti, negli ultimi anni invece di agevolare le assunzioni a tempo indeterminato si è preferito disperdere energie alla ricerca di centinaia di migliaia di supplenti, mettendo pesantemente a rischio la qualità del servizio offerto ai nostri ragazzi».
Lo afferma il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega Mario Pittoni, già presidente della commissione Cultura al Senato. «È vero - spiega Pittoni - che con la crisi demografica tra un decennio potremmo avere un milione di studenti in meno. Ma oggi la situazione è opposta: a mancare sono i docenti. E agendo sul turnover pure un eventuale surplus di insegnanti è assorbibile al ritmo di 25/30mila unità l’anno. Non sarebbe quindi un problema.
Per superare il precariato cronico dei docenti e agevolare le assunzioni invertendo la deriva delle supplenze, si sta lavorando a un progetto ispirato al mio ddl S. 1920/20 che rilancia il cosiddetto "doppio canale" di reclutamento. Secondo un principio più volte ribadito dalla Suprema Corte, si può cioè affiancare (nel limite del 50 per cento) alla classica procedura per titoli ed esami una più snella - attivata in tale settore per la prima volta nel 1989 dall'allora ministro dell'Istruzione Sergio Mattarella - che selezioni in base alla professionalità acquisita.
Dovrà ovviamente riguardare tutti i livelli - infanzia, primaria, secondaria - tenendo conto in primo luogo del merito degli idonei e poi dell'esperienza di chi è parcheggiato nelle varie liste d'attesa, così da evitare scontri fra categorie che potrebbero far arenare l'intera operazione. A occuparsene sarà per forza di cose il ministero, dovendo gestire direttamente - conclude Pittoni - il passaggio più delicato: l'interlocuzione con Bruxelles».
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di CLAUDIO CASTAGNA
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