È doveroso ricordare chi sono i precari storici. Sono uno dei pilastri della scuola italiana. Un esercito che di fatto oggi supera le...
A seguire quanto è emerso da un'intervista di "a scuola oggi" ai referenti del "Comitato precari uniti per la scuola".
È doveroso ricordare chi sono i precari storici. Sono uno dei pilastri della scuola italiana. Un esercito che di fatto oggi supera le 250MILA unità. Docenti dimenticati e spesso rinnegati. Sì, rinnegati perché quando si arriva al nocciolo, quello di rispettare le "direttive" dell'Unione Europea, non lo si fa. Sono quei docenti che non dovrebbero essere precari proprio perché lo dice l'Europa, infatti non si possono rinnovare i contratti di lavoro a tempo determinato oltre i tre anni di servizio. Nel caso dei "docenti storici" si arriva a ben oltre i tre anni, anche a 10 e 15 anni. Il MEF, in sinergia con gli altri ministeri coinvolti, invece di dare disponibilità e creare le condizioni per assumere a tempo indeterminato preferisce pagare la sanzione. Il nostro Stato, quello italiano, viene multato per questo modo di fare che non rispetta questa indicazione.
Una premessa doverosa, dove si evince che i precari storici sono quell'esercito di docenti che dovrebbe avere un contratto a tempo indeterminato. Lo dice l'Europa, i precari storici lo confermano solo di riflesso attenendosi alla norma.
Invece la situazione in cui riversano i precari è quella di essere "utilizzati ma non menzionati", necessari per il sistema scolastico ma non nominati. Sono necessari oltre 250MILA docenti per coprire il numero di cattedre vuote del sistema scolastico. Qualcuno definisce questo disastro, che si reitera da anni, tanti, come una malattia e gli da anche un nome "SUPPLENTITE", cronicizzata ormai.
Nel DPCM che regolamenta l'abilitazione all'insegnamento, all'articolo 6 viene utilizzato il termine fabbisogno, il numero di docenti, aggiuntivi a quelli di ruolo, di cui necessita il sistema scolastico. Il MIM, ministero indicato per determinare tale numero, deve assumersi la responsabilità di asserire che il fabbisogno è di oltre 250MILA unità. Atto che ad oggi non ha consumato.
Dal ruolo, quindi a tempo indeterminato, meritato sul campo, i precari triennalisti rischiano di essere relegati non in I fascia delle GPS ma addirittura in seconda fascia.
Questo non può accadere ed è per questo che i precari triennalisti si appellano al Capo del Governo Giorgia Meloni, al Ministro Valditara, alla Ministra Bernini, alle forze politiche tutte, di maggioranza e opposizione, e a tutti i Sindacati. ISTITUZIONI CHE REPUTANO, IN UNO STATO DI DIRITTO, COSTITUZIONALE, TUTTE AL PRIMO POSTO.
I precari storici credono nelle istituzioni ma rivendicano i propri diritti, se non ascoltati parleranno direttamente all'Europa, andranno di persona nelle sedi opportune per farsi ascoltare, con tutti i modi e metodi possibili, sempre nella legalità, per protestare con l'intento di vedere i propri diritti riconosciuti.
Lo faranno perché è giusto, sono 250MILA persone, 250MILA famiglie, un esercito che si dilata e può arrivare ad 1MILIONE di persone. Lo faranno perché è doveroso farlo, per un lavoro necessario che sostiene tante famiglie.
LE RICHIESTE IN MERITO ALL'ORDINANZA ED AI PERCORSI ABILITANTI
"In primis il "Comitato precari uniti per la scuola" chiede per i docenti precari l'inserimento in 1 fascia con riserva e scioglimento della stessa nel 2025!".
Le richieste dei precari storici sono:
inserimento in prima fascia con riserva per tutti i triennalisti;
scioglimento della riserva entro 12 mesi ( tempo da contabilizzare dal momento in cui viene data la possibilità di iscriversi ai percorsi );
abilitazione da 30 CFU interamente online come per quanti già abilitati.
Il punto 3 è un atto dovuto perché abbiamo docenti che insegnano da oltre 10 anni ed hanno sorretto il sistema scolastico. Docenti che, secondo le indicazioni dell'Europa, dovrebbero avere il posto a tempo indeterminato dopo il terzo anno di servizio.
LA SITUAZIONE DELL'ORDINANZA CHE ANDRÀ A REGOLAMENTARE LE GPS 2024 2026
Lo slittamento ad oltranza dell'aggiornamento / primo inserimento nelle GPS è dovuto ad una serie di problematiche legate ai percorsi abilitanti. Un'ordinanza che è alla terza bozza, migliorativa per alcune categorie rispetto alla prima ma che non da alcuna garanzia in merito all'inserimento in prima fascia ai precari storici ( coloro che hanno almeno tre anni di servizio ).
Quali sono i problemi, se non dovesse subire modifiche, in cui incorrono i precari storici?
Il problema più grave è quello di non ricevere una nomina su CDC. Scopriamo perché. I percorsi da 30, 36 e 60 CFU dovevano partire in simultanea proprio per non creare difficoltà ai docenti stessi. La sola attivazione dei percorsi abilitanti per quanti già possiedono un'abilitazione porterà, a seguito dell'aggiornamento delle GPS, ad una riduzione di cattedre su determinate classi di concorso a vantaggio di altre. Si parla di oltre 100MILA "docenti ingabbiati" che stanno già conseguendo l'abilitazione su un ulteriore CDC.
Infatti molti docenti abilitati decideranno di presentare domanda nelle GPS 2024, domanda con inserimento in prima fascia. L'inserimento in prima fascia comporta, a prescindere dal punteggio, una precedenza rispetto ai precari storici che rimarranno in seconda fascia.
Facciamo un esempio pratico: un precario storico inserito in seconda fascia con 150 punti, che insegna matematica da 10 anni, verrà chiamato solo ad esaurimento della prima fascia. Quindi un neo abilitato anche se ha un punteggio molto basso, per esempio 50 punti, verrà nominato su cattedra sempre prima dei precari storici, a prescindere come già detto dal punteggio.
Quindi lo spostamento di cattedre andrà a modificare gli equilibri, anche se non di fatto in termine numerico assoluto, si andrà incontro ad una riduzione di cattedre su alcune CDC e un aumento su altre. Se la situazione non cambierà vedremo da settembre, con molta probabilità, una nuova ridistribuzione di cattedre che terrà conto di decine di migliaia di nuovi docenti abilitati; questo almeno fino al prossimo aggiornamento .
I precari storici, nonostante l'avvio dei percorsi abilitanti se non riusciranno a concludere il percorso entro giugno comunque non potranno inserirsi in I fascia.
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di LA REDAZIONE
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