RAGAZZO 15ENNE SI SPARA PERCHÉ VITTIMA DI BULLISMO. UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA, "TUTTI" CHIEDANO SCUSA A LEONARDO...
- La Redazione
- 16 ott 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Leonardo era solo un ragazzino ma le continue vessazioni subite e gli atti di bullismo, le angherie alle quali era stato costretto a soggiacere, lo avevano profondamente amareggiato e...

Tutte le persone che in qualche modo hanno avuto Leonardo vicino in questi ultimi giorni devono chiedergli scusa. Devono chiedere scusa in primis a Leonardo stesso e poi alla sua famiglia. Una famiglia distrutta, perché se Leonardo è morto le vittime di questo disastro sono soprattutto la mamma e il papà. La drammatica storia di Leonardo, ragazzo 15enne, studente al secondo anno del professionale «Alfredo Panzini», indirizzo turistico-sportivo, che si è tolto la vita sparandosi un colpo con la pistola d'ordinanza sottratta al padre, ha lasciato tutti sgomenti ed attoniti.
Leonardo era solo un ragazzino ma le continue vessazioni subite e gli atti di bullismo, le angherie alle quali era stato costretto a soggiacere, lo avevano profondamente amareggiato e destabilizzato: insulti volgari ed insopportabili, prese in giro per il cognome che terminava in “-ina”, soprusi e violenze fisiche in bagno, dove sarebbe stato pizzicato sui capezzoli e addirittura colpito sui genitali.
Aveva confidato ai genitori, separati ma in ottimi rapporti, di non voler più andare a scuola a causa di alcuni bulli che lo deridevano con frasi volgari in classe: una situazione insostenibile che aveva spinto la mamma ed il papà a fissare un appuntamento con il preside della scuola per denunciare l'accaduto ma purtroppo non hanno fatto in tempo e si è verificato l'inenarrabile.
La morte di un figlio per un genitore è sempre un evento doloroso ma un suicidio rende il dolore ancora più profondo ed insopportabile.
Francesco, agente della polizia municipale di Senigallia, papà di Leonardo, è ancora attonito e non riesce a metabolizzare un dolore così lancinante: suo figlio si è tolto la vita domenica sera con la sua pistola d'ordinanza.
“Il dolore mi toglie il respiro ma se ne deve parlare perché non capiti ad altri. I giovani oggi sono sempre più disumani e noi dobbiamo fare da scudo alle fragilità dei più sensibili”, queste le parole del papà a La Stampa.
“Nessuno me lo restituirà, l’hanno distrutto e voglio capire perché”, così ha asserito il padre con grande amarezza e disappunto.
La Procura di Ancona, che indaga ancora contro ignoti per istigazione al suicidio, ha affidato la consulenza tecnica al perito informatico forense Luca Russo, chiedendo di fare una copia di tutti i contenuti pervenuti nel cellulare, nella playstation e nel computer portatile del minorenne per cercare prove compatibili con l’ipotesi di reato formulata.
Il perito informatico forense avrà 60 giorni di tempo per relazionare alla pubblico ministero Irene Bilotta che coordina le indagini dei carabinieri di Senigallia.
La situazione era degenerata alcuni mesi fa quando Leonardo aveva deciso di cambiare scuola ma solo perché alcune materie sembravano appassionarlo maggiormente. Ritornava a casa però sempre con uno stato d'animo cupo, triste, era silenzioso, svogliato ed il suo rendimento cominciava a calare. I genitori però avevano intuito che qualcosa non andava per il verso giusto e, con perseveranza, erano riusciti a farsi raccontare tutto dal figlio.
Mercoledì Leonardo sembrava esser tornato a casa con uno stato d'animo diverso e così la madre gli aveva chiesto cosa fosse successo e lui aveva risposto di aver «fatto quel che deve fare ogni uomo».
Aveva deciso di offrire «la mano, in segno di pace» ed aveva chiesto a quei bulli di smetterla con quei comportamenti e di diventare amici. Ma l'indomani tutto sembrava essere sempre uguale e quei soprusi e quelle vessazioni non hanno mai avuto fine nei confronti del 15enne.
La storia di Leonardo induce ad una profonda riflessione e pone l'accento su un fenomeno sempre più dilagante, che rischia di determinare conseguenze sempre più gravi ed irrimediabili: il bullismo.
Leonardo era un bravo ragazzo, aveva cercato di reagire, di trovare una soluzione, voleva porgere la mano a chi lo aveva sempre offeso, denigrato, picchiato, umiliato nel suo animo ma neppure quel nobile gesto era bastato.
La situazione sembra, giorno dopo giorno, degenerare maggiormente ed occorre porre un freno a tale fenomeno che sembra aver messo radici difficili da estirpare.
Occorre che la scuola svolga un ruolo predominante e non si giri dall'altro lato: fenomeni del genere vanno denunciati, nessuno per omertà deve tacere, occorre ascoltare gli studenti, comprendere il loro stato d'animo e supportare chi è più fragile e sensibile: necessitano pene esemplari perché nessuno può privarci della nostra libertà, dignità, sensibilità, nessuno merita di soffrire così tanto ed immotivatamente.
A seguire la dichiarazione del Ministro Valditara sul bullismo e sulla triste vicenda: Contro il bullismo si muove anche il governo, come dichiarato da Valditara. “Al di là delle singole responsabilità, che saranno accertate nelle sedi opportune, non possiamo tollerare che il bullismo diventi un tratto di una certa gioventù. Dobbiamo eradicarlo dalla società partendo dalla scuola e in collaborazione con le famiglie. È importante ripristinare, proprio a partire dalla scuola, alcuni principi, quali il rispetto delle regole, il valore assoluto della persona umana, la responsabilità individuale. Perché la scuola deve essere sempre un luogo sereno di crescita per tutti i nostri ragazzi. Per questo continueremo a lavorare con ancora maggiore decisione per contrastare la cultura della violenza e della prepotenza, dell'insulto e del dileggio".
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