In attuazione del decreto-legge Recovery per università ed enti di ricerca
È stato pubblicato, a seguito della registrazione della Corte dei conti, il decreto n. 367 del 29 aprile 2022 del ministro dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, contenente le modalità attuative in materia di mobilità per le chiamate nelle università e negli enti pubblici di ricerca.
Il decreto dà attuazione, nell’ambito delle disponibilità di bilancio di atenei ed enti e a valere sulle facoltà di assunzione disponibili, a quanto previsto con il decreto-legge n. 152 del 6 novembre 2021 “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose”.
Le università, per fare fronte a specifiche esigenze didattiche, di ricerca o di terza missione possono procedere alla chiamata di professori ordinari e associati in servizio da almeno cinque anni presso altre università nella fascia corrispondente a quella per la quale viene bandita la selezione, così come di studiosi stabilmente impegnati all’estero in attività di ricerca o insegnamento che ricoprono da almeno cinque anni presso università straniere una posizione accademica equipollente. La mobilità nell’ambito di queste procedure è estesa dirigenti di ricerca e primi ricercatori presso enti pubblici di ricerca e il personale, con determinati requisiti, degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS).
Anche gli enti di ricerca possono procedere alla copertura di posti di primo ricercatore, primo tecnologo, dirigente di ricerca e dirigente tecnologo mediante chiamata di personale in servizio da almeno cinque anni presso altri enti pubblici di ricerca. A queste procedure selettive possono partecipare anche professori universitari associati, per l'inquadramento come primo ricercatore o primo tecnologo, e professori universitari ordinari, per l'inquadramento come dirigente di ricerca o dirigente tecnologo, purché siano in servizio da almeno cinque anni presso l'università.
Sia per gli atenei sia per gli enti di ricerca – che bandiranno direttamente con avvisi pubblici le selezioni per la copertura dei posti –, le chiamate dovranno essere effettuate prevedendo procedure selettive per verificare la corrispondenza delle proposte progettuali presentate dai candidati rispetto alle esigenze didattiche, di ricerca e di terza missione espresse dalle università e di quelle del piano triennale di attività adottato dagli enti di ricerca.
di VALENTINA ZIN
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