L’Unione Sindacale di Base ha proclamato lo stato di agitazione di tutto il lavoro privato a livello nazionale. “Necessario valutare anche l’abbattimento del limite dei 35° per poter fermare le attività più soggette al rischio, portandolo a 30° percepiti’’.
Si è tenuto ieri il tavolo presso il Ministero del Lavoro convocato dalla Ministra Calderone e dal Sottosegretario Durigon. Sull’emergenza calore, l’Unione Sindacale di Base (USB), a tutela della salute e sicurezza di tutti i lavoratori, ha proclamato lo stato di agitazione a livello nazionale .
USB ha ribadito che il cambiamento climatico non può più considerarsi come un evento straordinario bensì ciclico e pertanto prevedibile, sul quale occorre che il Governo ed i ministeri competenti intervengano con disposizioni legislative chiare che tutelino la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori.
Il bilancio dei danni provocati dall’eccessivo calore è allarmante: circa 5000 casi di infortunio all’anno a cui si aggiungono già oggi 600 morti sul lavoro, di cui solo quattro negli ultimi giorni proprio a causa di colpi di calore.
I protocolli sottoscritti in precedenza a nostro avviso risultano superati dai fatti e inefficaci soprattutto a causa delle inadempienze delle aziende, che tra le altre cose durante i loro interventi al tavolo hanno preteso di essere esonerati da responsabilità legate agli eventi climatici.
L’unico strumento che evidentemente piace a tutti è quello della semplificazione all’accesso degli ammortizzatori sociali. USB su questo tema ha voluto fornire la sua proposta, infatti per la nostra organizzazione è assolutamente necessario si imponga un ragionamento riguardante la tutela salariale dei lavoratori coinvolti, che devono poter ottenere l’integrazione salariale sulla CIGO a carico del datore di lavoro. Necessario valutare anche l’abbattimento del limite dei 35° per poter fermare le attività più soggette al rischio, portandolo a 30° percepiti.
Le nostre proposte, formulate al tavolo, sono state chiare e semplici: aumentare le pause, ridurre l’orario di lavoro a parità di salario, rimodulare l’orario di lavoro laddove possibile e senza peggiorare la condizione lavorativa, garantire a carico del datore di lavoro acqua e creme protettive, introdurre nelle attività all’aperto l’obbligo di fornire luoghi di ristoro con ombra.
Il nostro intervento si è concluso con la richiesta di introduzione del reato di omicidio sul lavoro, unico vero strumento di deterrenza nei confronti delle inadempienze su salute e sicurezza, che quotidianamente tocchiamo con mano nelle aziende.
L’incontro si è concluso con l’intervento del Ministro che però a nostro avviso, al di là della disponibilità a discutere di un nuovo protocollo, non sembra aver colto la necessità di un intervento deciso, con norme più stringenti, continuando a demandare alle aziende la facoltà di prevedere praticamente unilateralmente diverse modalità di organizzazione del lavoro.
Ed è proprio per questo motivo che a tutela della salute e sicurezza di lavoratrici e lavoratori la nostra organizzazione ha deciso di proclamare lo stato di agitazione di tutto il lavoro privato a livello nazionale, mettendo a disposizione un pacchetto di 16 ore di sciopero da utilizzare laddove si registrino condizioni di lavoro inaccettabili dovute alle temperature elevate.
di CLAUDIO CASTAGNA
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