Precari ed abuso di contratti a termine: il Tribunale di Cuneo, con Sentenza n. 427/2024 ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) al...
Precari ed abuso di contratti a termine: il Tribunale di Cuneo, con Sentenza N. 427/2024 ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) al risarcimento del danno per abusiva reiterazione dei contratti a tempo determinato oltre il termine dei 36 mesi su posti vacanti e disponibili.
In particolar modo il Tribunale di Cuneo ha deciso di procede con l'accoglimento del ricorso presentato da parte di un docente di religione cattolica sulla base di quanto previsto dall'articolo 36, comma 5, del Dlgs. 165/2001, così come modificato dall'art. 12, comma 1, del Decreto Legge n. 131 del 16 settembre 2024, che dispone espressamente:
"In ogni caso, la violazione di disposizioni imperative riguardanti l’assunzione o
l’impiego di lavoratori, da parte delle pubbliche amministrazioni, non può comportare la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con le medesime pubbliche amministrazioni, ferma restando ogni responsabilità e sanzione. Il lavoratore interessato ha diritto al risarcimento del danno derivante dalla prestazione di lavoro in violazione di disposizioni imperative".
"Nella specifica ipotesi di danno conseguente all’abuso nell’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato, fatta salva la facoltà per il lavoratore di provare il maggior danno, il giudice stabilisce un’indennità nella misura compresa tra un minimo di quattro e un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto, avuto riguardo alla gravità della violazione anche in rapporto al numero dei contratti in successione intervenuti tra le parti e alla durata complessiva del rapporto".
Si tratta di una sentenza importante che consente l'applicazione della nuova normativa in materia di abuso di contratti a termine.
A tal riguardo si ricordi che la procedura di infrazione era stata avviata da parte della Commissione europea nel luglio 2019.
Successivamente, in particolar modo il 19 Aprile 2023, la Commissione aveva inviato all'Italia un parere motivato attraverso il quale si evidenziava che la normativa italiana “non previene né sanziona in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico in Italia”.
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