ANIEF: "Quota 103 diventa Quota 104, con 41 anni di contributi ma con l’introduzione anche di meccanismi che disincentivano sempre più economicamente a lasciare il servizio". Il pensionamento anticipato diventa una "strada non percorribile"
Il pensionamento anticipato viste le nuove indicazioni emerse diventa una strada sempre meno percorribile. Infatti tutti quei docenti, che lo ricordiamo, svolgono un lavoro usurante e che vorrebbero giustamente anticipare l'uscita dal servizio si vedono costrette a rimandare sia per lo slittamento di un anno, da quota 103 a 104, e sia perché si vedono costretti a rinunciare per la perdita economica che andrebbero ad affrontare con l'uscita anticipata. Il sistema dovrebbe incentivare il ricambio generazionale e dare dei premi a quei docenti che hanno sostenuto con il loro operato l scuola italiana formando più generazione. Invece va tutto al contrario, in quanto si vedono riduzioni economiche e slittamento temporale per il pensionamento anticipato.
Infatti anche se l’età di pensionamento dei lavoratori italiani rimane la stessa, invece l’uscita anticipata si sposta avanti di un anno. È questo l’esito del testo approvato dal governo per rispondere alla scarsità di risorse che sta producendo una Legge di Bilancio in forte debito. Ne consegue che per lasciare prima il lavoro, dal 2024 ci vorrà un anno di più: Quota 103 diventa Quota 104, con l’uscita anticipata che passa da almeno 62 a 63 anni, sempre avendo 41 anni di contributi ma con l’introduzione anche di meccanismi che disincentivano sempre più economicamente a lasciare il servizio. Inoltre, Ape Sociale e Opzione Donna confluiscono in un unico fondo per la flessibilità in uscita: permetterà di lasciare il lavoro a 63 anni di età e 36 di contributi però solo a caregiver, disoccupati e a chi rientra nei lavori gravosi, ai disabili e alle donne.
Dopo avere ricordato che docenti e ATA possono fare domanda per lasciare il lavoro nel 2024 fino a lunedì prossimo, 23 ottobre ( scarica a seguire il decreto ) , Anief ritiene che le decisioni prese dal governo debbano contenere delle modifiche importanti: secondo il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, “serve una
deroga per chi lavora nella scuola, perché non è possibile trattenere in servizio gli insegnanti dopo i 63 anni: gli anni di formazione universitaria, come altri tipi di contributi, devono essere riscattati gratuitamente. Inoltre, il lavoro scolastico deve essere considerato una volta per tutte usurante (non solo in alcuni casi come avviene oggi).
Come pure occorre introdurre delle agevolazioni fiscali e investimenti appropriati per le pensioni complementari, in modo da rivalutare quello che ad oggi rimane un contributo figurativo da parte dello Stato”. Secondo Pacifico si tratta di decisioni non più rinviabili: “Abbiamo già il personale della scuola italiana più vecchio al mondo, con una percentuale tra i docenti impressionante di burnout, tra l’altro nemmeno riconosciuto dallo Stato: dove vogliamo arrivare?”.
Il sindacato Anief consiglia di chiedere il riscatto degli anni di formazione e universitaria già durante i rapporti di lavoro a tempo determinato e di procedere sicuramente con la pensione complementare Espero, ma anche di avviarne una parallela bancaria. Per quest’ultimo servizio, la pensione complementare bancaria, Anief ha attivato la convenzione con Banca Mediolanum al cui consulente è possibile chiedere una simulazione appropriata.
di LA REDAZIONE
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