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Pellai, “solo attraverso l’impegno i giovani possono prendere coscienza delle loro capacità. La gratificazione istantanea mal si concilia, in ambito educativo, con la crescita”

Aggiornamento: 22 ott

In tale ambito, lo psicoterapeuta sottolinea come "saper rimandare la gratificazione istantanea in età prescolare è indice di acquisizione di abilità e competenze che permettono più…

Il presente in cui viviamo è caratterizzato dalla velocità e dall'immediatezza. Ciò ingenera, soprattutto nei giovani, un'idea distorta del merito e della gratificazione. Infatti, oggi i ragazzi sono convinti che tutto debba essere ottenuto nel più breve tempo possibile ma senza alcun sacrificio.

Alberto Pellai, nella sua qualità di medico, psicoterapeuta dell'età evolutiva e ricercatore universitario, nel suo libro "Allenare alla vita" si sofferma proprio sull'aspetto della gratificazione immediata ed afferma: "Non esiste più l'idea di provare e riprovare. Oggi tutto deve succedere subito, immediatamente. Di fronte a un esercizio venuto male, a un lancio che non soddisfa le aspettative del giocatore, la delusione compare subito e in dose massiccia, e spesso fa da deterrente alla scelta di impegnarsi con pazienza a provare e riprovare".

Pellai, aggiunge, inoltre, che solo attraverso tale meticoloso processo di impegno continuo i giovani possono prendere coscienza delle loro capacità. Infatti, la gratificazione istantanea mal si concilia, in ambito educativo, con la crescita.

Secondo Pellai, la crescita dovrebbe essere come un pendolo che oscilla tra due poli opposti: da un lato trovare il piacere e la bellezza nell'istantaneità, ma dall'altro riuscire a rimandare ad altri tempi la soddisfazione, rinunciando al "tutto e subito". 

In particolare, lo psicoterapeuta si sofferma sulla formula della crescita teorizzata da Freud: "Nel tempo dell'infanzia si deve fare di tutto perché nel mondo interno di ogni bambino e bambina compaia una sorta di diga capace di contenere il principio del piacere, così da dirigerlo e canalizzarlo entro i ben più stretti argini del principio di realtà. Significa imparare a integrare progressivamente la parola piacere con la parola dovere".

Tale principio non va ridotto ad una condanna alla fatica poiché rinunciare al piacere immediato porta a notevoli benefici al fine di formare una propria identità.

Pertanto, i giovani, attraverso la scuola e gli insegnamenti dei genitori devono essere educati al sacrificio, allo sforzo, alla maturazione nei tempi necessari, all'insegna dei doveri e dei valori.



La capacità dei bambini di saper aspettare, di rimandare il piacere, determina maggiori successi, evidentemente, secondo Pellai, anche a livello scolastico.

In tale ambito, lo psicoterapeuta sottolinea come "saper rimandare la gratificazione istantanea in età prescolare è indice di acquisizione di abilità e competenze che permettono più avanti di crescere in modo più competente ottenendo un migliore successo evolutivo". 

I genitori, dunque, dovrebbero riflettere su tali necessità, soprattutto quando, quotidianamente, sempre più spesso, non vengono tollerati ritardi, bensì si esige tutto immediatamente dai propri figli.

Purtroppo, invece, nella realtà odierna, i genitori tendono troppo a proteggere i figli, allontanandoli da ogni sofferenza e disagio, collocandoli in porti sicuri e chiedendo loro, allo stesso tempo, velocità ed immediatezza. Occorre, allora, che vi sia un lavoro sinergico e di concerto tra famiglie e scuola al fine di stimolare le capacità cognitive ed intellettive dei ragazzi, di modo che gli stessi non vengano attanagliati dalla noia e dalla frustrazione ma trovino degli incentivi proprio nei doveri scolastici e formativi. Solo in tal modo i giovani potranno formare una propria identità ed una coscienza individuale.


di VALENTINA TROPEA


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