Pellai: occorre guidare i giovani verso una felicità autentica e duratura, "allenandoli" a superare le complessità della vita attingendo alle proprie risorse, non evitando loro cadute ed errori
- La Redazione
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I genitori, sempre più presenti ed iperprotettivi, desiderano oltremodo allontanare i propri figli da qualsiasi sofferenza, evitando loro quelle cadute e quegli errori che invece aiutano a...

Ridefinire il ruolo di genitori ed educatori rappresenta una sfida davvero importante ed impegnativa in una società come la nostra nella quale si assiste ad un vero e proprio sovvertimento di valori e di ruoli.
I genitori, sempre più presenti ed iperprotettivi, desiderano oltremodo allontanare i propri figli da qualsiasi sofferenza, evitando loro quelle cadute e quegli errori che invece aiutano a crescere.
Eppure bisognerebbe capire fino in fondo come la crescita necessita della stessa cura di un giardino, così come ci spiega Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano; si tratta, in special modo, di un lavoro paziente, continuo e quotidiano che presuppone che gli educatori, in qualità di genitori ed insegnanti, si riapproprino della loro autorevolezza così da evitare che i giovanissimi si sentano smarriti perché privi di punti di riferimento, incapaci di scegliere ed agire responsabilmente e consapevolmente.
A tal fine Alberto Pellai coglie l'occasione per esprimere il suo pensiero in merito, facendo riferimento ad alcuni suoi versi:
"Lasciami sbagliare, non fare tu al posto mio
Ho bisogno di sapere di cosa sono capace io
Se faccio un errore non è poi la fine del mondo
Prendimi per mano, insieme facciamo un girotondo
Mentre cantiamo 'casca il mondo casca la terra'
Sappiamo bene che si può finire tutti giù per terra
Però poi ci si rimette in piedi e si continua a provare
La vita è un gioco bellissimo e tu fammela giocare
Guardami con occhi tranquilli, positivi, senza paura
E grazie a te vivrò la mia bellissima avventura
A volte cadrò, sbuccerò un ginocchio, mi farò male
Ma poi mi rialzerò in piedi e ricomincerò ad andare
Perché c’è sempre un po' di rischio quando si cresce
Ma se non si rischia un po', a diventar grandi non si riesce.
Di tutti i principi alla base dell'autorevolezza educativa dei genitori presenti nel mio libro 'Allenare alla vita' (Mondadori ed.), il più importante è certamente quello che invita a sostenere l'autonomia dei nostri figli, non evitando loro cadute ed errori", queste le significative parole dello psicoterapeuta.
Ecco allora l'importanza di guidare i giovanissimi verso una felicità autentica e duratura, "allenandoli" a superare le complessità della vita attingendo alle proprie risorse, non evitando loro cadute ed errori che invece sono fondamentali per imparare a crescere: si tratta dell'importantissima ed imprescindibile funzione svolta dagli educatori.
"Permettere a un figlio di diventare un adulto consapevole di sé, responsabile e con un progetto di vita che gli permetta di conseguire un grado di autorealizzazione soddisfacente", questa la finalità principale a cui dovrebbe tendere ogni genitore.
Occorre, pertanto, restituire ai giovani quell'autonomia che permetta una crescita sana ed equilibrata, consentendo loro di sbagliare ma anche di cadere così da rialzarsi subito dopo, sperimentando le proprie attitudini, ambizioni, passioni, lottando per esaudire i propri sogni, imparando ben presto a gestire i momenti più difficili senza mai desistere ma anzi perseguendo sempre le proprie mete con forza e determinazione.
di VALENTINA TROPEA
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