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Pellai, l’educatore deve preservare il percorso prima ancora che il raggiungimento del traguardo: l’apprendimento richiede tempo e pazienza

I giovani devono necessariamente comprendere che non tutto nella vita deve scorrere veloce, che le emozioni, le sensazioni e, più in generale, tutte le capacità legate alla crescita…

A quanti di noi sarà capitato, nel ripensare ai tempi dell'infanzia e dell'adolescenza, al diario scolastico?! Il diario è ed è sempre stato un oggetto intriso di ricordi che affondano le radici proprio tra i banchi di scuola e che abbiamo sempre utilizzato non solo per annotare i compiti, ma anche per custodire segreti, pensieri ed emozioni.


È proprio su tale "strumento" che pone la sua attenzione Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano, nel suo libro “Allenare alla vita”, il quale sottolinea come gli studenti della scuola media inferiore e superiore non siano più legati a tale oggetto, quell'agenda che non serviva solo per annotare i compiti ma era "lo strumento attraverso il quale raccontare, disegnare, esplicitare il mondo dei nostri desideri, delle nostre aspirazioni, delle nostre emozioni, delle nostre passioni".


Un tempo, come sottolinea anche Pellai, addirittura conservavamo i nostri diari scolastici dell'adolescenza perché rileggere un diario era come riaprire un cassetto della memoria. Nel diario, poi, inserivamo le foto dei cantanti preferiti, le frasi più rappresentative, i nostri momenti di sconforto ed anche l'eventuale disapprovazione verso gli adulti.

Oggi, purtroppo, questo non esiste più poiché la lista dei compiti e delle lezioni viene pubblicata sul registro di classe ed i giovani non affidano più al diario alcun segreto o desiderio. La ragione di tutto ciò è da rintracciare nel fatto che il diario non ha più motivo di esistere proprio in quanto la sua funzione è stata sostituita dal registro elettronico, un servizio telematico a disposizione di studenti e famiglie.

Tuttavia, se da un lato tale registro consente di verificare in tempo reale i compiti da adempiere ed è accurato poiché gestito direttamente dal docente incaricato della materia, dall'altro i ragazzi, non annotando compiti e lezioni sul diario, molto spesso si ritrovano, come ci spiega Pellai, in estenuanti chat con i compagni di classe al fine di avere conferma sui vari compiti ed adempimenti.

A tal proposito lo psicoterapeuta dell’età evolutiva afferma che il tempo risparmiato utilizzando il registro di Classroom viene poi comunque speso dagli studenti nella chat di classe.


Occorre allora soffermarsi su quanto sia più importante fornire ai giovani una spiegazione dei compiti loro assegnati piuttosto che consegnare agli stessi delle semplici annotazioni scritte.

"Un elemento chiave che connota il funzionamento mentale in preadolescenza è lo squilibrio di attività e potenza che c'è tra cervello emotivo e cervello cognitivo...se andiamo a verificare le funzioni implicate dalla corteccia prefrontale, scopriamo che esse sono, tra le altre, quelle esecutive e di pianificazione...compilare e consultare un diario comporta fare quotidianamente un esercizio utile a queste funzioni", dichiara Pellai senza esitazione.


Dunque, il diario riveste importanza fondamentale per lo studente, consentendogli una capacità di organizzazione, di pianificazione e di scelta.

Il diario e le relative annotazioni consentono allo studente in età adolescenziale - riferisce Pellai - di attivare ed esercitare il funzionamento mentale, con un allenamento quotidiano necessario nella preadolescenza. La responsabilità educativa in merito spetta agli adulti, i quali sono chiamati a comprenderne l'importanza.


Il registro di Classroom, infatti, non assolve tali bisogni e funzionamenti della mente. Appare emblematico l'esempio esplicitato dallo psicoterapeuta: si pensi al navigatore, utilizzato per raggiungere mete e luoghi. Esso è decisamente molto comodo dal momento che non bisogna preoccuparsi di conoscere in anticipo percorsi e direzioni ma, quando lo si usa, ci si concentra solo sul piccolo schermo senza imprimere nella mente alcuna immagine dei luoghi e del paesaggio esterno. Se fossimo stati dotati dalla nascita di un navigatore, inevitabilmente il nostro senso dell'orientamento sarebbe stato ridotto e compromesso.


Purtroppo, nella realtà quotidiana la società si basa solo sulla velocità e sulla serialità, ed allora il compito di genitori ed insegnanti si fa sempre più arduo e complesso soprattutto perché gli strumenti telematici ed informatici non consentono ai giovani di allenare tutte quelle funzioni corticali anzidette.

Insomma, ciò che vuole farci comprendere il noto psicoterapeuta dell’età evolutiva è che in una società sempre più veloce e standardizzata va recuperata l'importanza della lentezza nell'apprendimento. Infatti, la velocità ha assunto un valore assoluto, consentendo di risparmiare tempo da dedicare così ad altri compiti, ma i vantaggi della velocità non hanno una lettura a senso unico. Essa, infatti, determina uno svantaggio in termini educativi.


I giovani devono necessariamente comprendere che non tutto nella vita deve scorrere veloce, che le emozioni, le sensazioni e, più in generale, tutte le capacità legate alla crescita ed all'apprendimento devono scorrere lente al fine di poterle godere, apprezzare e di farne tesoro. 

Compito dell'educatore è di far sì che i giovani studenti non guardino e non abbiano come obiettivo primario solo il raggiungimento del traguardo, bensì comprendano la rilevanza del percorso da intraprendere e portare a compimento. Il percorso, infatti, consente di acquisire competenze e ci permette di metterci in gioco, in una sfida quotidiana con noi stessi ed i nostri limiti.


Soffermiamoci, pertanto, a riflettere su queste parole dello psicoterapeuta: "Dovremmo, come adulti, avere il coraggio di fare un passo indietro. Rinunciare alla comodità e alla velocità offerte dal registro di Classroom e ripristinare qualcosa che pare fuori tempo, ma che nella logica della costruzione della mente dei nostri figli sembra invece non avere età". 

Occorre recuperare l'importanza dei valori, dei ricordi, delle frasi annotate in un diario, per garantire ai giovani un corretto apprendimento nonché un efficace percorso educativo.


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di VALENTINA TROPEA




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