I giovanissimi hanno una grandissima paura di non farcela, di non essere all'altezza, hanno timore di non essere vincenti e quel senso di ansia, di oppressione, li spinge ad evadere, cercando altrove la loro...
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Sembra strano eppure l'utilizzo di sostanze stupefacenti, ed in particolar modo di eroina, sembra riguardare proprio i giovanissimi di età compresa tra i 16 e i 25 anni. Si tratta di una sostanza dannosissima che riduce l’energia vitale dei giovanissimi, comportando riduzione di appetito, nausea, vomito e disinteresse verso ogni cosa; una sostanza dal forte impatto negativo sia sullo sviluppo emotivo che cognitivo, complice spesso anche la grande disponibilità economica delle nuove generazioni.
I giovanissimi hanno una grandissima paura di non farcela, di non essere all'altezza, hanno timore di non essere vincenti e quel senso di ansia, di oppressione, li spinge ad evadere, cercando altrove la loro pseudo serenità.
Ecco allora l'importanza di un genitore nell'essere presente nella vita di un figlio, facendogli comprendere che nella vita si può anche sbagliare, si può anche non essere vincenti, ma ciò non determina un fallimento personale, perché il nostro valore prescinde da tutto questo. Non siamo degli automi, delle macchine, ma delle persone che possono anche vivere dei momenti più complicati e non per questo dobbiamo farcene una colpa. Occorre aiutare i giovanissimi a guardarsi dentro, riscoprendo un sogno in cui credere, prefissandosi obiettivi da raggiungere, mete da perseguire, ideali per cui lottare, perché solo così riusciranno a crescere in maniera sana, agendo responsabilmente, ed avendo contezza di se stessi.
A tal fine Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano esprime il suo pensiero in tal modo:
"Due morti in giovane età per overdose da eroina. La droga che ha falcidiato il mondo giovanile negli anni 70 e 80 è tornata oggi nella vita dei giovanissimi. Non viene praticamente più utilizzata per via iniettiva. Ma produce danni enormi alle loro esistenze. Il recente rapporto annuale dell’Osservatorio Nazionale sulla Droga (OND) parla di un incremento del 15% nell’ultimo anno dell’uso di tale sostanza tra i giovani di età compresa tra i 16 e i 25 anni. I casi ufficiali sono circa 30.000, ma questo dato sottostima il numero occulto di consumatori che non compaiono nelle statistiche ufficiali. L’eroina è più utilizzata da chi vive in contesti disagiati, ma non solo. E ciò che preoccupa maggiormente è che, tra gli utilizzatori, quasi la metà dichiara di aver cominciato a farne uso prestissimo, intorno ai 14 anni.
Di certo, questa crescita è dovuta a un cambio di passo del mercato dello spaccio. Questo sostanza è tornata in auge spinta da una criminalità che la sposta dai luoghi di produzione ai luoghi di consumo, attraverso nuove alleanza internazionali e la complicità del dark web che ne propone uso e acquisto spesso sottraendosi ad ogni forma di controllo sociale e legale. Il mercato la rende disponibile, però, perché sa che c’è una popolazione pronta a farne uso. È quella fascia di adolescenti e giovani che vivono “fuori” dai circuiti della socializzazione. Il fenomeno della deprivazione sociale oggi rappresenta un’emergenza enorme. È in costante crescita il numero di giovanissimi che si trovano estranei sia al circuito scolastico che a quello lavorativo e che quindi sostano dentro un’esistenza che non ha obiettivi, percorsi e traguardi. Tutto ciò è in parte spinto da un’ansia crescente che ha portato J.Haidt a definire la generazione degli adolescenti del terzo millennio come “ansiosa”, aggettivo che dà il titolo al suo best seller mondiale (Generazione ansiosa Rizzoli ed.) che ha rivelato la fatica di crescere e il pessimo stato di salute mentale dei giovanissimi alla luce dei dati clinici ed epidemiologici degli ultimi 15 anni.
C’è anche da mettere sul banco degli imputati una cultura giovanile che ha sdoganato il rischio associato al consumo di sostanze psicotrope. Da più parti oggi l’uso di sostanze psicoattivo, prima fra tutte la cannabis, viene reclamato come un uso da normalizzare e legalizzare. L’uso della cannabis ha avuto diffusione epidemica tra i giovanissimi e li ha abituati a cercare, sin dall’età più precoce, un benessere chimico che ha il doppio effetto di intrappolarli nella felicità psicotropa e di allontanarli dalla felicità che va conquistata nella vita reale attraverso relazioni con gli altri e un impegno nel quotidiano finalizzato alla realizzazione del proprio progetto di vita. Sono proprio questi gli elementi oggi più in crisi tra chi attraversa l’età evolutiva.
C’è una paura enorme di non farcela, si sente fortissima la competizione e la pressione a essere vincenti e spesso si vive un’ansia generalizzata e senza sbocco che trova nelle sostanze psicotrope un medicamento momentaneo che induce poi una dipendenza che peggiora ulteriormente la condizione del giovanissimo. Complice di tutto questo è anche la disponibilità economica di cui spesso usufruiscono i ragazzi oggi, che li rende appetibili e facilmente contattabili dal mercato dello spaccio. Ciò che un genitore può notare come campanello d’allarme è che questo tipo di droga allontana dalla vita e riduce l’energia vitale dei giovanissimi. Comporta riduzione di appetito, nausea, vomito e disinteresse verso ogni cosa, considerato che procurarsi la sostanza e lo sballo che essa induce diventano la preoccupazione principale del suo utilizzatore. È una sostanza che ha un impatto enorme e deleterio sia sullo sviluppo emotivo che cognitivo in giovane età e per questo laddove un genitore si renda conto o sospetti un problema di questa natura è urgente che chieda una consulenza presso i Servizi per le Dipendenze della propria provincia, cui si può essere indirizzati dal proprio medico di famiglia".
di VALENTINA TROPEA