"Bisogna prediligere un’inversione di rotta, cercando di condurre i giovanissimi verso una socializzazione nel mondo reale piuttosto che nel...
A differenza che nel passato, quando la solidità e la stabilità sembravano imperare sovrane e le relazioni tra genitori / figli e docenti / studenti trovavano il proprio fondamento in valori e principi imprescindibili, ad oggi invece i genitori e i docenti del Terzo Millennio si ritrovano in un panorama contraddistinto da una vera e propria emergenza educativa, nell’ambito della quale i bisogni e le necessità dei giovanissimi vengono spesso trascurati o ignorati.
È proprio su tale aspetto che si sofferma Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano, nel suo libro “Allenare alla vita”.
In un contesto socio-culturale profondamente mutato il sistema valoriale di un tempo sembra aver perso la sua originaria importanza e, così come sottolinea Pellai, si registra “la più grave epidemia di disturbi di salute mentale in età evolutiva mai vista prima nel mondo contemporaneo”.
Si tratta di un aspetto allarmante che ci spinge ad una profonda riflessione. La dimensione simbolica, valoriale e rituale ha perso il suo fascino e così il mondo reale ha finito con il cedere il passo al mondo virtuale, nel quale le insidie sembrano essere molteplici.
“Gli occhi puntati sullo schermo perciò diventano un modo per non accorgerci che non siamo più capaci di cogliere un orizzonte più lontano, di incantarci di fronte alla bellezza di un’alba o di un tramonto. Lo sanno bene i pediatri, che da qualche anno denunciano un aumento vertiginoso dei casi di miopia infantile”, così ci spiega Alberto Pellai in maniera molto significativa.
Tutto ciò che ci interessa deve necessariamente essere a portata di un click mentre il resto rimane offuscato ed i nostri occhi non sono più in grado di mettere a fuoco, di imprimere l’immagine sulla retina in modo chiaro.
In altre parole, così come possiamo desumere dal pensiero dello psicoterapeuta, i giovanissimi hanno perso il desiderio di immergersi nel mondo reale, lasciandosi trasportare dalle emozioni ed incantandosi nell’osservare il paesaggio, la natura, prediligendo d’altro canto un mondo virtuale, connotato da anaffettività e distacco, nell’ambito del quale il relativismo culturale ed educativo ha determinato una profonda confusione anche nei confronti dei genitori del Terzo Millennio, spesso disorientati ed incapaci di optare per delle scelte consapevoli.
“Parte del mondo adulto non ha una visione etica dell’età evolutiva”, ribadisce senza esitazione Alberto Pellai, e ciò ha comportato la presenza di adulti non più capaci di svolgere il loro ruolo, la loro funzione educativa, trascurando i bisogni dei giovani e volendo a tutti i costi essere amati e ben voluti dalle nuove generazioni.
Il mondo virtuale, quella “rete” nella quale i giovanissimi rimangono imbrigliati, ha costruito un sistema tale da considerare i ragazzi come dei potenziali consumatori, senza tener conto della loro formazione umana ed educativa, ma anzi bombardandoli di contenuti preselezionati appositamente all’insegna di precise strategie di marketing.
Le ripercussioni di tale atteggiamento nei confronti delle nuove generazioni sono molteplici e spesso deleterie: i giovani paradossalmente, nonostante i molteplici mezzi di comunicazione virtuale, sono sempre più isolati, hanno completamento perso la voglia di trascorrere del tempo con i loro coetanei, non riescono a scorgere la bellezza della natura, completamente avviluppati da un mondo virtuale che li rende dipendenti e incapaci di sviluppare adeguatamente le proprie capacità cognitive.
Oltre all’aumento esponenziale dei casi di miopia infantile, si registrano altri effetti dannosi nei confronti delle nuove generazioni causati dall’utilizzo eccessivo dei cellulari: perdita di concentrazione, inattitudine al dialogo, capacità lessicali sempre più caranti, non accettazione del proprio corpo, e così via discorrendo.
Ecco allora il ruolo fondamentale degli educatori, genitori ed insegnanti, che devono svolgere un compito difficilissimo: bisogna prediligere un’inversione di rotta, cercando di condurre i giovanissimi verso una socializzazione nel mondo reale piuttosto che nel mondo virtuale. Occorre canalizzare le energie e le capacità dei ragazzi in attività formative che possano, nel medio lungo termine, avere dei benefici; è necessario reinserire, proprio nell’attività formativa, alcuni principi educativi che potrebbe apparire obsoleti e che invece non passano mai di moda, svolgendo una funzione etica che possa condurre i giovanissimi a scelte responsabili e consapevoli.
Valentina Tropea
TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE
-Pellai, “solo attraverso l’impegno i giovani possono prendere coscienza delle loro capacità. La gratificazione istantanea mal si concilia, in ambito educativo, con la crescita”
di LA REDAZIONE
contatti: redazione@ascuolaoggi.it - info@ascuolaoggi.it