Pellai: educare è saper ripartire dall'errore, vuol dire essere educatori attenti e competenti. Quando il limite diventa risorsa
- La Redazione
- 1 giorno fa
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Aggiornamento: 6 ore fa
Un aspetto di notevole importanza, sul quale si sofferma Alberto Pellai, è proprio quello riguardante la capacità di educare ed il modo di trasformare l'esperienza dell'errore in esperienza di crescita...

Svolgere la funzione di educatore, in qualità di guida e punto di riferimento, presuppone una presenza costante e paziente così da supportare, sostenere ed incoraggiare l'educando, fungendo da esempio e spronandolo ad una crescita autonoma e responsabile, alla luce delle sue inclinazioni naturali, attitudini e passioni.
Un aspetto di notevole importanza, sul quale si sofferma Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano, è proprio quello riguardante la capacità di educare ed il modo di trasformare l'esperienza dell'errore in esperienza di crescita.
"Un errore è un errore. Fare un errore vuol dire aver fatto uno sbaglio. Ma non vuol dire essere sbagliati. Se quando sbaglio l'unica cosa che sai fare è sgridarmi dicendomi "Sei sempre il solito" oppure "Di te non ci si può proprio fidare" o ancora peggio "Sei un idiota", tu mi trasformi nel mio errore e io comincio a pensare che probabilmente non ce la farò mai a essere come dovrei essere.
Educare è trasformare l'esperienza dell'errore in esperienza di crescita. Saperlo fare vuol dire essere educatori attenti e competenti. La dote che serve di più è la pazienza e la capacità di capire qual è il limite dell'altro e qual è l'allenamento alla vita che serve per trasformare il suo limite in risorsa. Il detto "Sbagliando si impara" è verità allo stato puro, ma diventa realtà solo se quando si sbaglia, abbiamo vicino un allenatore alla vita che sa guardare oltre l'errore e comprendere e guardare negli occhi e nel cuore di chi quell'errore lo ha fatto. La vita si impara", in tal modo esprime il proprio pensiero lo psicoterapeuta dell'età evolutiva.
Il messaggio che vuole trasmetterci Alberto Pellai è davvero splendido ed estremamente significativo: errare è umano e fare un errore significa aver commesso uno sbaglio ma non essere sbagliati.
Si tratta di un aspetto davvero rilevante alla luce di una società che predilige l'apparenza all'essenza e che sembra richiedere ai giovanissimi perfezione, impeccabilità, eccellenza, senza mai menzionare o accettare quegli errori che fanno parte di ciascuno di noi e che aiutano a crescere consapevolmente e responsabilmente.
Educare è trasformare l'esperienza dell'errore in esperienza di crescita. Saperlo fare vuol dire essere educatori attenti e competenti. Occorre, pertanto, saper comprendere qual è il limite dell'altro e qual è soprattutto l'allenamento alla vita per trasformare quel limite in risorsa.
"Sbagliando si impara" rappresenta il motto che maggiormente racchiude tale concetto e ciò potrà verificarsi solo nel caso in cui avremo accanto un educatore competente ed attento, capace di guardare oltre, un allenatore alla vita che sappia trasformare i nostri limiti in preziose risorse perché la vita si impara e nessuno di noi è perfetto; quelle imperfezioni, però, ci rendono unici e speciali: tutti noi abbiamo il diritto di sbagliare, tutti noi possiamo cadere ma la cosa più importante è imparare a rialzarsi da soli, reggendosi sempre sulle proprie gambe.
di VALENTINA TROPEA