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Pellai: “ciò che facciamo oggi con i nostri figli e studenti avrà conseguenze su ciò che loro faranno della loro vita nel medio e lungo termine”

Quando si parla di educazione occorre sempre avere uno sguardo rivolto verso il futuro: “ciò che facciamo oggi con i nostri figli e studenti avrà conseguenze su ciò che loro…

Non è semplice gestire la relazione tra un genitore ed un figlio, tra un insegnate ed un alunno, eppure si tratta di una relazione empatica che si instaura in maniera naturale, spontanea, una relazione autentica che non può essere equiparata a nessun’altra.

Ad oggi è molto importante comprendere come ogni scelta che facciamo comporti delle conseguenze e come ogni nostro comportamento possa determinare delle ripercussioni nel medio e lungo termine.

Alberto Pellai, nel suo libro “Allenare alla vita”, ci fornisce indicazioni utili ed indispensabili per poter comprendere fino in fondo quanto sia complessa la relazione tra educatore ed educando e quanto sia importante ridiventare genitori autorevoli. D’altronde negli ultimi tempi ci ritroviamo dinanzi ad una vera e propria “emergenza educativa”.

Quando si parla di educazione occorre avere uno sguardo rivolto verso il futuro: “ciò che facciamo oggi con i nostri figli e studenti avrà conseguenze su ciò che loro faranno della loro vita nel medio e lungo termine; la crescita necessita della stessa cura di un giardino”, queste le parole di Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano.

Se ci soffermassimo a riflettere solo un attimo sul ruolo svolto da genitori ed insegnanti oggi, allora potremmo intravedere adulti che vorrebbero fare di tutto per essere degli ottimi educatori per i propri figli: si cerca di rendere felice i giovani in ogni modo, in maniera smodata, con l’intento di allontanare i ragazzi da qualsiasi dolore, sofferenza, preoccupazione.

La principale priorità dei genitori è quella di rendere felici i propri figli senza però accorgersi che sono i ragazzi stessi che devono percorrere il loro cammino, devono poter cadere per poi potersi rialzarsi. I ragazzi devono poter scoprire quale sia la strada giusta da percorrere per essere felici ed in questo cammino nessuno può interferire o sostituirsi a quest’ultimi.

Il compito fondamentale di un genitore dovrebbe essere quello di permettere a un figlio di diventare a sua volta un adulto. Un adulto competente”, così ribadisce Pellai senza esitazione.

Come affermato dallo psichiatra Daniel Siegel l’adolescenza ci prepara a lasciare la familiarità della nostra casa: tale passaggio da dentro a fuori, nel mondo, ci dà la possibilità di diventare più completi e complessi.

Nel passaggio da adolescenti ad adulti i giovani devono essere dotati di un progetto di vita solido e a misura delle proprie aspirazioni.



Il ruolo svolto da insegnanti e genitori è sempre più articolato: permettere ai giovani di diventare adulti consapevoli, responsabili e con un progetto di vita che gli consenta di conseguire un adeguato grado di autorealizzazione.

“Si tratta di un compito complesso, che potremmo paragonare alla sfida che attende uno scultore di fronte a un blocco di marmo, osservando il quale deve intuire l’operazione unica e originale che da esso scaturirà. Quell’opera che verrà mostrata al mondo al termine di un lungo e paziente lavoro di scalpello e cesello”, queste le parole dello psicoterapeuta dell’età evolutiva.

I genitori, quindi, potrebbero essere paragonati a degli scultori di un “blocco di marmo”, al quale si imprime la prima forma, avendo già una prospettiva di ciò che potrebbe derivare ed essendo responsabili del lavoro stesso. Durante la crescita però gli strumenti del mestiere (scalpello e cesello) vengono trasferiti direttamente nelle mani dei figli perché sono loro stessi che decideranno, giorno dopo giorno, come darsi forma.

I genitori, in stretta alleanza educativa con la scuola, contribuiscono, attraverso un lavoro paziente, continuo e quotidiano, a dare forma a quel progetto di adultità proprio dei loro figli.

In definiva dalla situazione odierna si evince come la relazione intercorrente tra educatori ed educandi abbia subito una trasformazione in senso peggiorativo: i giovani non hanno alcun punto di riferimento, si ritrovano smarriti ed incapaci di comprendere fino in fondo quale sia la strada giusta da percorrere ed al contempo anche gli adulti sono disorientati, frastornati, confusi, senza alcun potere decisionale ma quasi impauriti nel rivendicare quell’autorevolezza educativa ed affettiva che invece da sempre dovrebbe contraddistinguerli. Ed allora è opportuno che ogni genitore si riappropri del suo ruolo: si tratta di una funzione educativa imprescindibile che determina un’assunzione di responsabilità che non può delegarsi a nessun altro.



di VALENTINA TROPEA


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