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Novara, "la scuola non può diventare il posto dove scontare una pena, non è un luogo di espiazione ma una comunità di apprendimento"

Non serve essere sintetici, serve una valutazione descrittiva bene articolata che, alla fine, risulta più comprensibile a tutti e tutte. Di certo non era perfetta, ma rimpiangeremo...

Daniele Novara, pedagogista, autore, counselor e formatore propone una serie analisi su diverse novità che andranno a caratterizzare la scuola italiana, dall'utilizzo dei cellulari in classe al voto in condotta passando per i giudizi sintetici. Lo stesso Novara asserisce: "Inizio da una nota positiva: quella relativa allo stop dei cellulari in classe fino ai 14 anni. Aggiungo però che questi non dovrebbero essere vietati solo per uso personale ma anche per uso didattico, non essendo assolutamente necessari. A ogni modo possiamo vedere questo come un primo passo verso la giusta direzione. Contrariamente, purtroppo, a ciò che riguarda condotta e valutazione." - e ancora - Prevedere che il voto in condotta possa provocare la bocciatura è un cortocircuito pedagogico perché crea uno scenario in cui l’alunno o l’alunna che si comporta male a scuola subisce, come pena da espiare, una permanenza maggiore a scuola.

Chiunque può capire che si tratta di una soluzione impossibile. La scuola non può diventare il posto dove scontare una pena, non è un luogo di espiazione ma una comunità di apprendimento.

Cosi si sviliscono i presupposti della scuola stessa e si diminuisce la motivazione con cui ragazzi e ragazze si avvicinano a questa fondamentale istituzione che dovrebbe essere attrattiva e caricare di possibilità la loro vita.

Per quanto concerne la valutazione Novara dichiara che "l’idea poi di tornare ai giudizi sintetici e non descrittivi appartiene a una visione restrittiva della scuola, più votata alla chiarezza del giudizio, come si sostiene supponentemente, piuttosto che a dotarsi di una valutazione che sia strumento di sostegno all’apprendimento.

Non serve essere sintetici, serve una valutazione descrittiva bene articolata che, alla fine, risulta più comprensibile a tutti e tutte. Di certo non era perfetta, ma rimpiangeremo quella basata su livelli con termini come avanzato, intermedio, base, in via di prima acquisizione.

A vedere tutto, sorge il dubbio e la preoccupazione di una volontà ministeriale volta a ripristinare aspetti della scuola tipicamente tradizionale e passati. Un approccio che, nel tempo, aveva ceduto il passo a una rivisitazione critica in funzione di un obiettivo pedagogico: creare le condizioni migliori perché gli alunni potessero vivere l’istituzione scolastica come luogo di accoglienza, di cambiamento e anche di felicità.







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