Il Coordinamento di idonei al concorso Pnrr 2023/24, che non prevedeva una graduatoria a scorrimento, parla di «grave ingiustizia».«Come è possibile – si chiedono – che una commissione ...
La questione riguardante il secondo Concorso PNRR 2, l'avvio quindi di una nuova procedura concorsuale quando ancora non si è conclusa la prima, ha sicuramente suscitato l'indignazione di migliaia di docenti precari che rivendicano il loro diritto alla stabilizzazione, alla luce di una situazione incresciosa ed ormai insostenibile.
«Siamo il primo governo che fa i concorsi, ma soprattutto dobbiamo essere il governo che risolverà il precariato», aveva dichiarato il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara all’apertura dell’anno scolastico.
"Invece, l’annosa questione dei precari della scuola (250 mila per i sindacati) nel corso dei mesi è scivolata nel grottesco. Il ministero ha avviato un nuovo concorso per docenti, annunciato con i consueti toni trionfalistici da Valditara, quando non è stata conclusa la procedura del precedente. E gli iscritti alle due prove sono sovrapponibili, essendo quasi per intero gli stessi che pur avendo passato il concorso precedente non hanno avuto la cattedra. Anziché accelerare le procedure per l’ingresso in ruolo, questi concorsi costituiscono un aggravio di spese e di risorse per gli insegnanti precari. Oltre che una beffa umiliante", così come ripotato dal quotidiano Il Manifesto.
Il Coordinamento di idonei al concorso Pnrr 2023/24, che non prevedeva una graduatoria a scorrimento, parla di «grave ingiustizia».
«Come è possibile – si chiedono – che una commissione d’esame ci abbia ritenuti idonei all’insegnamento e che ora ci ritroviamo costretti a rifare le stesse identiche prove in un secondo concorso?». Per di più il rischio di vedersi superare in graduatoria da chi rientra nelle varie categorie con i posti riservati, come quanti hanno svolto il servizio civile, è concreto. «È una vergognosa pagina del nostro sistema d’istruzione che non riconosce la giusta dignità a migliaia di docenti», tuonano dal coordinamento.
Il quotidiano 'Il Manifesto' ci racconta così la storia di tanti docenti che si ritrovano a dover vivere una situazione di precariato attraverso un meccanismo che sembra più volto ad espellerli che a stabilizzarli.
Martina (nome di fantasia) aveva ottenuto un contratto «fino ad avente diritto» ma, racconta, «una mattina ti svegli e vieni licenziata, lo sapevi che prima o poi sarebbe arrivato il vincitore del concorso a cui tu stesso hai partecipato e che hai magari anche superato, scoprendo poi che non eri in posizione utile e che quella cattedra che hai preso non ti tocca più». «Non c’è scampo – chiosa – bisogna cercarsi un altro posto di lavoro».
Salvatore insegna inglese. Lavora in Piemonte ma sceglie come sede la sua regione d’origine, la Puglia, per stare vicino ai genitori anziani. Per partecipare al primo concorso Pnrr, che ha superato con il massimo dei voti, ha speso 1000 euro in viaggi. «sono felice di come sia andata – ricostruisce – poi a settembre quando le prime graduatorie iniziano ad essere pubblicate mi sono cadute le braccia, ora sono disoccupato e sull’orlo della disperazione».
«Il tentativo ci sembra evidente – dice Luigi – fare concorsi per sostituire i precari con nuovi insegnanti che non hanno mai lavorato dentro la scuola. Il MIM considera con pochissimi punti un anno di servizio rispetto ad ogni altra certificazione acquistata al mercato dei titoli e delle certificazioni linguistiche, è una macelleria sociale».
«Torneremo in piazza a gennaio con un ulteriore sciopero – annuncia Simona, insegnante di musica precaria dal 2007 – tutti rischiamo di stare a casa».
Paradossale la situazione di quanti vivono nelle Marche e Umbria, dove non sono state ancora espletate le prove orali del primo concorso.
«Le conseguenze di questa sovrapposizione sono pesanti, invece di risolvere il precariato si rischia di moltiplicare caos e contenziosi – spiega il responsabile scuola di Si, Giuseppe Buondonno, annunciando un’interrogazione parlamentare di Avs al ministro – I docenti che hanno ottenuto l’idoneità nel primo concorso, che vale 12,5 punti, non potranno utilizzare questo punteggio per il secondo perché il primo non è concluso: un danno concreto e una disparità lampante rispetto ad altre regioni».
L'indizione di tale nuova procedura concorsuale a poca distanza di tempo dalla prima ha suscitato contrarietà anche da parte dei sindacati come Flc Cgil, Uil Scuola Rua ed Anief.
Mentre la Gilda chiede a Valditara di «eliminare la discriminazione tra docenti che hanno fatto lo stesso percorso ma che sono arrivati a destinazione in tempi diversi a causa di ritardi dovuti all’amministrazione».
di VALENTINA TROPEA