Lo dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief
“Festeggiare la Repubblica italiana significa prima di tutto onorare la Costituzione, invece nel nostro paese si continuano ad aggirare diverse sue parti: la scuola è uno dei casi più clamorosi, perché l’articolo 1, il 4, il 36 e il 39 vengono sistematicamente aggirati, con oltre un milione di docenti e Ata che ogni giorno sono impegnati ad elevare la cultura dei nostri giovani che non vengono messi nello condizioni di condurre una vita dignitosa. Basti pensare ai loro stipendi, non molto sopra la soglia di povertà, oppure al fatto che devono rivolgersi al sindacato per rivendicare tantissimi diritti negati. È assurdo poi che in un caso su quattro rimangono precari, anche per decenni, sebbene l’Unione europea abbiamo espresso da tempo il suo no alla reiterazione dei contratti a termine, già con la direttiva Ue 70/1999”: lo dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel giorno della ricorrenza del referendum istituzionale del 1946.
“Ogni cittadino dovrebbe essere messo dallo Stato nelle condizioni di lavorare per il progresso della Nazione – continua Pacifico - , invece ci ritroviamo ogni estate con oltre 200mila docenti e 50mila Ata e non si fa nulla per assorbirli nei ruoli quando basterebbe utilizzare le stesse graduatorie da dove vengono convocati per le supplenze annuali. Gli stipendi nel frattempo continuano ad essere strozzati dall’inflazione, con i collaboratori scolastici che continuano ad essere pagati a fine mese poco più di 1.000 euro e i docenti a inizio carriera fermi a 1.350 euro. E non vengono assegnate loro nemmeno le indennità di base, come quella per l’uso continuativo di videoterminali o la collocazione in sedi disagiate, che normalmente un dipendente percepisce: il governo nemmeno assicura la metà dell’indennità di vacanza contrattuale prevista per legge. Non si comprende nemmeno perchè non si riesca ad incrementare gli organici di docenti e Ata, anche per tenere testa all’ondata di progetti del Pnrr che le scuole dovranno gestire almeno per i prossimi tre anni”.
“L’ultimo capitolo della Costituzione negata – continua Pacifico – è quello sulla mobilità del personale di ruolo, che continua ad essere bloccata da vincoli che non hanno motivo di esistere e che vanno persino a costituire degli ostacoli alla continuità didattica. Eppure, il rispetto della mobilità del personale è un punto importante, perché la famiglia non può venire dopo le regole che lo ingabbiano. Il supporto dello Stato ai nuclei familiari, alle giovani coppie, all’incremento della natalità, sempre più limitata, passa con l’abbattimento dei paletti gratuiti tirati su e non si comprende più nemmeno per quale motivo. Intanto, si continuano a calpestare pure le direttive UE, come la 88 del 2004, introdotte per favorire ricongiungimenti familiari. Se facciamo parte di uno Stato democratico fondato sul lavoro e se vogliamo rispettare la nostra Costituzione, dobbiamo assolutamente cambiare le norme, già con il decreto PA in fase di conversione in legge oggi alla Camera”, conclude il sindacalista Anief.
di ISABELLA CASTAGNA
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