Dopo aver analizzato il fabbisogno di futuri medici, che è di 30mila unità nei prossimi sette anni, il gruppo di esperti ha avviato la seconda fase di analisi e studio
Programmare i fabbisogni complessivi di specialisti in relazione al numero dei laureati in Medicina e Chirurgia e identificare le specializzazioni necessarie al Sistema sanitario nazionale. Sono alcuni dei temi che saranno trattati dal gruppo di lavoro istituito lo scorso gennaio al Mur, il Ministero dell’Università e della Ricerca, allo scopo di affrontare la tematica dell’accesso programmato e sostenibile al Corso di laurea in Medicina e Chirurgia e che oggi ha ripreso i lavori sulla formazione specialistica.
Dopo aver analizzato il fabbisogno di futuri medici, che è di 30mila unità nei prossimi sette anni, il gruppo di esperti ha avviato la seconda fase di analisi e studio.
Dai dati regionali emerge un deficit di alcuni specialisti per il funzionamento del Servizio sanitario nazionale e al contempo la presenza di fondi dovuti a contratti non assegnati o abbandonati. Il gruppo di lavoro sarà quindi impegnato anche a trovare soluzioni sulla mancata attrattività di alcune specialità quali, ad esempio, emergenza-urgenza, anestesia e rianimazione, microbiologia e virologia.
Nel corso di questo primo incontro sono, inoltre, emerse criticità legate anche alle scelte e agli orientamenti dei laureati.
Tra i temi trattati, la necessità di puntare alla valorizzazione della spinta vocazionale, ad una migliore regolamentazione della possibilità di scelta ma anche alla disincentivazione di scelte di “comodo” penalizzando gli eventuali abbandoni.
di CASTAGNA CASTAGNA
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