"Vanno presi come esempio di cittadini che lavorano e che sono ogni giorno chiamati ad agire per vincere indifferenza e..."
“Secondo il Presidente della Repubblica, gli insegnanti fanno parte di quella schiera di italiani che lavorano e fanno il bene della società rispettando e insegnando le regole: vanno presi come esempio di cittadini che lavorano e che sono ogni giorno chiamati ad agire per vincere indifferenza e rassegnazione. Sarebbe bene che la politica risponda subito al Capo dello Stato, supportando docenti e personale: la scuola è pronta”.
A dirlo è stamani Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a commento dei riferimenti alla scuola fatti dal Capo dello Stato Sergio Mattarella durante il decimo discorso di fine anno.
“La scuola è sicuramente pronta – continua Pacifico - a rispondere alle sfide contro egoismo, rassegnazione, indifferenza, rabbia, così da rimuovere le differenze e le disparità sociali, ma bisogna intervenire subito con diverse operazioni, q cominciare dagli organici differenziati nelle zone spopolate (un quarto del territorio nazionale) e dalla lotta contro la precarietà che è assai grave quando colpisce il corpo insegnante, specialmente quello impegnato al sostegno agli alunni con disabilità. Come occorre promuovere la sicurezza nei luoghi di lavoro e la dignità delle professioni, lottando non soltanto contro la dispersione scolastica - con la revisione dell'obbligo - , ma
incentivando la formazione superiore con il riscatto gratuito degli anni di studio che sono da considerare lavoro a tutti gli effetti”.
“Allo stesso modo – dice sempre il presidente Anief – , bisogna procedere con la semplificazione delle procedure concorsuali per permettere le assunzioni dei giovani che hanno già dimostrato il loro merito, ma anche dei meno giovani che hanno accumulato tanta esperienza. Certamente, la scuola è pronta ad accogliere chi proviene dagli altri Paesi, specialmente se martoriato dalla guerra e dalle crisi economiche; per farlo, tuttavia, abbiamo bisogno di docenti specializzati in lingua italiana per stranieri e di un Ius Scholae che deve diventare legge dello Stato. Ma soprattutto abbiamo bisogno di rinnovare il patto educativo con le famiglie, al fine di contribuire con dedizione e rispetto alla costruzione del bene comune nella coscienza delle generazioni del domani”, conclude Pacifico.
di LA REDAZIONE