"Ciascun bambino è unico, speciale: raggiungerà una buona competenza emotiva a modo suo, facendo tesoro della raccolta irripetibile di esperienze vissute nel corso degli..."
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Non è semplice relazionarsi con i propri figli. Spesso, infatti, la funzione di educatore sembra essere estremamente complessa ed articolata, richiedendo tempo, dedizione, pazienza, ma soprattutto presenza. In una società nella quale i genitori tendono a delegare ad altri il loro primario compito educativo sembra quindi difficile ritornare a stare vicino ai nostri figli per guidarli nel loro percorso formativo e di crescita.
A tal fine Daniela Lucangeli, stimata scienziata e docente di Psicologia dello sviluppo all'Università di Padova, riesce a stupirci attraverso degli studi che dimostrano la profonda correlazione esistente tra le emozioni che proviamo e l'apprendimento, studi che evidenziano come il cervello proceda all'elaborazione emotiva di uno stimolo prima ancora di una elaborazione cognitiva dello stesso, e che quindi le emozioni svolgono un ruolo fondamentale nel processo cognitivo dei bambini.
"Gli studiosi hanno osservato come già in utero il feto tenda a voler ripetere le esperienze piacevoli e ad allontanarsi da quelle spiacevoli. Incredibile, vero? Sviluppato il senso del tatto, per esempio, il feto cercherà stimoli piacevoli sulla sua pelle, come il contatto tra mano e volto, la suzione del pollice e le interazioni con le pareti uterine. A poche ore dalla nascita, poi, il neonato si dimostrerà attratto dal dolce e respingerà l'amaro. Già dai primi giorni di vita il vostro bambino sarà confortato dalla melodia della voce materna, che riconoscerà come gradevole e sicura", queste le significative parole di Daniela Lucangeli.
Occorre, quindi, comprendere come un caloroso abbraccio, un luminoso sorriso ed una dolce carezza emotiva siano in grado di infondere coraggio nei nostri figli consentendo loro di superare ogni ostacolo senza alcun timore.
"Ciascun bambino è unico, speciale: raggiungerà una buona competenza emotiva a modo suo, facendo tesoro della raccolta irripetibile di esperienze vissute nel corso degli anni", così continua la sua riflessione la stimata scienziata.
Si pensi alla paura, ad esempio, che lascia tracce indelebili nella memoria , blocca l'apprendimento e genera dolore permanente. Compito degli educatori, degli insegnanti e dei genitori è di infondere coraggio in quei bambini, in quegli studenti, così da superare le paure. Non bisogna lasciare un bambino da solo ma occorre essere presenti, magari iniziando con un caloroso abbraccio che riduce le emozioni di timore e trasmette conforto ed empatia al bimbo, per poi continuare con una carezza su una spalla o su un braccio, con uno sguardo accompagnato da un sorriso luminoso, consapevoli che un incoraggiamento funziona più di cento rimproveri.
Il messaggio che vuole trasmetterci Daniela Lucangeli è quindi chiaro e manifesto: è necessario riscoprire il segreto delle carezze emotive che consentano agli educatori di instaurare un'alleanza con il bambino, un rapporto di fiducia solido che permetta al piccolo di avvicinarsi all'adulto, ritrovando in quest'ultimo un punto di riferimento senza vivere nella paura, senza demotivarsi o farsi bloccare da una sensazione di estrema solitudine, ma riscoprendo conforto e vicinanza in chi lo accompagna e lo guida nel suo percorso formativo e di crescita, senza giudicarlo ma indirizzandolo nella giusta direzione, alla luce di una reciproca comprensione.
di VALENTINA TROPEA