CREPET, ESSERE GENITORI SENZA PERDERSI: IL CORAGGIO DI AMARSI PER AMARE DAVVERO
- La Redazione
- 5 ore fa
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Essere un buon genitore non significa restare a ogni costo, ma saper scegliere ciò che è meglio per tutti, anche quando è difficile. Solo così si può insegnare ai propri figli a volersi...

Svolgere il ruolo del genitore è compito arduo, ancora più difficile è trovare la propria individualità all’interno della famiglia, così come per i figli anche per i genitori. A percepire per primi le crepe emotive che si insinuano nei rapporti familiari sono sempre i figli. Quando queste fratture si consolidano, diventano terreno fertile per emozioni spiacevoli come risentimento, rabbia, disistima e, nei casi più gravi, odio.
Per evitare che tutto questo accada si dovrebbe ricorrere a tre strumenti fondamentali: l’ascolto, il dialogo e la comprensione. Ma troppo spesso, nella realtà, prevale una logica adultocentrica che mette in secondo piano i bisogni autentici dei figli. A tal riguardo, Paolo Crepet, noto Psichiatra e sociologo, afferma: “Quando incontro un coniuge in crisi mi sento dire spesso: “Non mi separo per i miei figli, se fosse stato per me l’avrei fatto subito”. Questa frase rappresenta una delle icone che meglio raffigurano la moderna visione dell’educazione adultocentrica. Il punto di vista di un bambino e di un adolescente viene sempre considerato per ultimo: a quel genitore non passa nemmeno per la testa che un figlio non ha alcun diritto di assistere tutti i giorni alla trasformazione di un rapporto affettivo in indifferenza se non in odio. Se davvero un genitore volesse fare qualcosa per i propri figli dovrebbe ascoltarli, saprebbe allora che non vogliono ipocrisia, detestano quel teatrino in cui si finge di essere una famiglia unita ”.
Queste parole aprono una ferita profonda ma necessaria: quella della verità emotiva. Stare insieme "per i figli", fingendo armonia dove c’è solo freddezza, non è un atto d’amore, ma una forma di negazione del dolore. I figli non vogliono genitori perfetti, vogliono genitori autentici. È proprio nella verità, anche quella più difficile, che si costruisce la fiducia e si insegna il rispetto di sé.
Crepet nella sua analisi ci fa ben capire che un genitore che si vuole bene è anche colui che a volte prende decisioni spiacevoli, che accetta le sue paure ed imperfezioni e così facendo insegnerà al proprio figlio a volersi bene. L’amore per se stessi è tra le forme d’amore più sublimi che possa esistere. Questa, al contrario di ciò che si pensa, non si acquisisce crescendo, mentre stiamo diventando adulti, ma si radica e cambia il nostro modo di pensare già da piccoli nelle mura domestiche. I genitori possono insegnare l’amore per se stessi ai propri figli.
A proposito di tale argomento l’esperto afferma: “ L’amore è la forma più sublime - e sublimata - di autostima. Amare è progetto, sfida, disponibilità a credere. Ma per credere nel proprio futuro occorre volersi bene. Amare è dunque amarsi. Esistono, sventuratamente, madri e padri che insegnano a non amare. Quante volte ho sentito ragazzi dire che lo sbaglio più grosso dei loro genitori è stato l’essersi sposati. Vuol dire sentirsi di troppo, vivere se stessi come il prodotto di un’incomprensione, di un fraintendimento. "
Questa è una delle confessioni più dolorose che un adolescente possa fare: sentirsi "di troppo", come se la propria esistenza fosse il frutto di un errore. È in quel momento che si crea una ferita profonda nell’identità del giovane, che rischia di crescere con un senso di inadeguatezza e invisibilità.
"Un adolescente ha il diritto di crescere senza sentirsi vetro attraversato dagli sguardi di chi dovrebbe volergli bene, vuoto, ectoplasma superfluo. Un soggetto neutro”. Il messaggio di Crepet è chiaro: non basta amare i figli, bisogna farli sentire amati in modo autentico. Non servono gesti eclatanti, ma coerenza, sincerità e presenza reale. Meglio una separazione gestita con rispetto e onestà, che una convivenza basata sulla finzione.
In conclusione, essere un buon genitore non significa restare a ogni costo, ma saper scegliere ciò che è meglio per tutti, anche quando è difficile. Solo così si può insegnare ai propri figli a volersi bene davvero.
di NATALIA SESSA