ANIEF: "Si sta cercando di imporre un sistema a pagamento con il metodo del silenzio-assenso, l’adesione al Fondo Espero da sola serve a poco, se accanto non si crea una pensione integrativa più impegnativa"
Sul fondo di previdenza complementare per i lavoratori della scuola Espero è andato in scena un inaccettabile colpo di mano: l’altro ieri, 16 novembre, l’ARAN e i sindacati istitutori del fondo (tutti quelli rappresentativi del comparto, tranne ANIEF) hanno sottoscritto un accordo che introduce l’iscrizione automatica al Fondo del personale docente, Ata ed educativo assunto dal 1° settembre 2019 in poi: questi ultimi dovranno anche pagare 20 euro mensili per 1.000 di arretrati.
“Si sta cercando di imporre un sistema a pagamento con il metodo del silenzio-assenso, ma se in quasi vent’anni solo un lavoratore della scuola su dieci ha aderito ci sarà un motivo. A nostro parere, l’adesione ad Espero da sola serve a poco, se accanto non si crea una pensione integrativa più impegnativa: basta fare delle previsioni, anche con il Simulatore scenari pensionistici messo a disposizione dall’Inps, per rendersi conto che il vitalizio che garantirà questo modello di previdenza integrativa garantirà un vitalizio davvero modesto. Per questo Anief si oppone all’imposizione decisa all’Aran quarantott’ore fa: siamo pronti a far dichiarare nullo il testo in tribunale e a dare consulenza a tutti gli interessati per rinunciare al silenzio-assenso, tra l’altro approvato – conclude Pacifico – senza per nulla coinvolgere i lavoratori della scuola”.
Anief ricorda che l’adesione al Fondo Espero prevede che il lavoratore versi mensilmente una quota pari almeno all’1% della propria retribuzione e l’intero TFR (per gli assunti in ruolo dopo l’anno 2000 e per il personale a tempo determinato); dal canto suo, il datore di lavoro – lo Stato – versa una quota aggiuntiva pari all’1% della retribuzione del lavoratore. Le quote versate vengono investite dal Fondo, al fine di costituire un trattamento previdenziale complementare che andrà a sommarsi, al momento del pensionamento, a quello obbligatorio del personale scolastico.
Con l’introduzione dell’iscrizione al Fondo con silenzio-assenso, l’amministrazione dovrà solo fornire al momento dell’assunzione un’informativa al lavoratore sulle modalità di adesione, con espresso riferimento all’iscrizione tramite silenzio-assenso, e sulla previdenza complementare (anche con un semplice rinvio al sito del Fondo Espero). Il lavoratore da quel momento avrà nove mesi per comunicare ad Espero se intende o meno aderire, ma se non comunicherà nulla allora scatterà l’adesione automatica per silenzio-assenso, fatta salva la possibilità di esercitare il diritto di recesso entro i 30 giorni successivi alla comunicazione di adesione che riceverà da Espero.
L’accordo è immediatamente operativo per il personale a tempo indeterminato, ma nel testo è presente una dichiarazione congiunta per l’estensione del meccanismo di adesione al Fondo tramite silenzio-assenso anche al personale a tempo determinato (da notare un probabile refuso nel testo che indica nel 1° settembre 2023 il termine entro cui valutare la possibilità di estensione, ma poiché tale termine è già trascorso si ritiene che il termine effettivo possa essere il 1° settembre 2024).
Alla luce di tutto questo, ANIEF ritiene inaccettabile la forzatura su Espero e invita tutto il personale scolastico a valutare con attenzione l’adesione esprimendo entro il termine previsto espresso assenso o diniego all’adesione, per evitare un’attivazione automatica non desiderata del Fondo. Al fine di ricevere le informazioni necessarie per una scelta consapevole, ANIEF mette a disposizione dei lavoratori della scuola le proprie sedi territoriali.
di LA REDAZIONE
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