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I 30 CFU Indire non convincono Ianes. "l'interamente online è una scorciatoia. Lezioni in presenza, laboratori e tirocini, previsti dal TFA, specializzano ancora "


Dario Ianes, non ha bisogno di presentazioni, docente di grande fama in particolar modo su materie che ruotano intorno all'inclusione scolastica e quindi sul sostegno. Lo si può definire uno dei padri dell'inclusione in Italia. In una delle sue ultime interviste asserisce che Indire non si è mai occupato di strutturare corsi di specializzazione sul sostegno. Sottolineando il rispetto per Indire afferma che non ci si può specializzare sul sostegno con un mero corso online, sono necessarie quelle caratteristiche che contraddistinguono il TFA sostegno: lezioni in presenza, laboratori e tirocini.

Passaggi che spiega in modo magistrale in un'intervista rilasciata al quotidiano specializzato di orizzontescuola ( LEGGI E ASCOLTA L'INTERVISTA ). Il professore Dario Ianes è tra le figure, più importanti e autorevoli, che nel 2011 strutturarono il TFA sostegno. In riferimento al Corso Indire Ianes parla della mossa del "doppio schiaffo" attuata dal governo: "prima sberla data alle università, dicendo con la legge 106 che la specializzazione “ristretta” a 30 Cfu (la metà di quelli dei corsi ordinari) la potrà fare l’INDIRE (nel frattempo commissariato, in omaggio allo spoils system…)

e tutto il variegato mondo delle università telematiche, dato che sarà online, e potrà beneficiarne chi ha tre anni di servizio. Chi poi ha fatto la “specializzazione” sull’inclusione all’estero (dove non esiste) potrà sanare il contenzioso sul riconoscimento di questi titoli con un analogo corso “ristretto”.

La seconda sberla, politicamente pericolosa, il governo l’ha data alle decine di migliaia di insegnanti che, dopo aver superato prove di ammissione e pagato laute tasse, si ritrovano in un corso lungo il doppio dei colleghi del percorso “ristretto".

Dario Ianes ipotizza un altro scenario, e se il Governo riuscisse a specializzare tutti gli insegnanti di sostegno? 270mila specializzati, subito operativi! Che cosa succederebbe?

"Queste iperboliche e folli soluzioni non farebbero altro che rinsaldare la struttura distorsiva che è alla base della crisi irreversibile del sostegno e cioè che ad un alunno “speciale” debba corrispondere un insegnante altrettanto “speciale”, un binomio indissolubile, figlio di una cultura medico-individuale delle disabilità", così sostiene a gran voce il professore di Pedagogia e Didattica Speciale.



In conclusione Dario Ianes, a tal proposito, parla di un piano inclinato scivoloso verso l’autoritarismo.

"Realizzassimo magicamente la “copertura totale” si creerebbero (peggiorerebbero) la deresponsabilizzazione degli insegnanti “normali”, l’impoverimento della loro professionalità, la delega esclusiva al sostegno, il consolidamento di una cultura “speciale-speciale”, forme di specialismo che aprirebbero le strade a soluzioni “speciali” separate, per non parlare dell’immagine che si farebbero i compagni/e di classe nel vedere il loro compagno/a con disabilità sempre sotto stretta tutela di personale "speciale", così ribadisce senza esitazione il professore e psicologo.


In definitiva il messaggio che vuole trasmetterci Ianes è intriso di un profondo significato: occorre sempre ambire all'inclusione.

Inclusione però intesa non come ricerca di soluzioni "speciali" separate e quindi consolidamento della cultura "speciale-speciale" ma inclusione intensa in senso ampio, cioè come inserimento, accoglimento dell'alunno con disabilità in un unicum, dove non vi siano distinzioni o differenziazioni.



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