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Galimberti, " è l'amore che rende liberi e permette di esprimere se stessi al di fuori di ogni regola nella costruzione della propria esistenza"

Aggiornamento: 3 giorni fa

L'amore non è altro che un sentimento che trova le sue radici in un'emozione; mentre prima però veniva considerato come il valore più alto della vita volto alla realizzazione della propria...

Soffermarsi e riflettere su cosa sia l'amore è sicuramente un'attività impegnativa che richiede un'analisi critica e aderente il più possibile alla nostra società, così da comprendere fino in fondo il significato di una parola così importante.

Esistono diversi tipi di amore: l'amore filiale, l'amore genitoriale, l'amore fraterno, e così via discorrendo.

Tuttavia spesso ci si interroga su cosa sia l'amore e a porre l'accento su tale aspetto è proprio il filosofo, saggista e psicoanalista Umberto Galimberti, attraverso un'attenta ed accurata riflessione.

L'amore non è altro che un sentimento che trova le sue radici in un'emozione; mentre prima però veniva considerato come il valore più alto della vita volto alla realizzazione della propria esistenza, adesso invece è molto più importante perseguire un obiettivo professionale, raggiungere una propria solidità economica, così da avere prestigio e successo. L'amore sembra stia scomparendo, come sentimento, nella sua accezione più antica, trascurando il lato emotivo ed enfatizzando quello personale, volto ad una realizzazione economica e professionale. "In una società rigorosamente recintata e cementata dalla razionalità tipica dell'età della tecnica, che a noi chiede solo efficienza, produttività, realizzazione degli obiettivi di cui ogni anno si alza l'asticella, l'amore è l'unico spazio in cui ciascuno può esprimere se stesso e la sua libertà al di fuori di ogni regola", queste le parole di Umberto Galimberti in merito.


Nell'età pre-tecnologica l'amore era funzionale alla sopravvivenza, alla sicurezza economica, all'avere figli per garantire forza- lavoro e assistenza per la vecchiaia in assenza di uno stato sociale. Oggi l'amore è diventato un assoluto, nell'accezione latina di "solutus ab, sciolto da tutto", sciolto persino dal vincolo che in amore lega due persone che si sono innamorate. E questo per varie ragioni. "La prima è che abbiamo confinato il sentimento nella passione che, come dice la parola stessa, ci vede passivi di fronte alla fascinazione dell'altro. Ma siccome la passione è instabile e mutevole, la costruzione dell'amore è sempre minacciata dalla sua distruzione, l'esaltazione cede spesso e volentieri alla desolazione, la realizzazione di sé e la perdita di sé camminano affiancate", così sottolinea lo psicologo apertamente e senza giri di parole. La seconda ragione è che ciascuno cerca, nell'altro di cui si innamora, il proprio io, quindi non tanto il piacere della relazione, quanto la gratificazione della propria autorealizzazione. "La terza ragione è che, sempre per motivi di autorealizzazione, in questa società, cementata e non liquida, abbiamo trovato nell'amore l'unico spazio per celebrare la nostra libertà, che però non è più intesa come libera scelta nella costruzione della propria esistenza, ma come revocabilità di tutte le scelte, per cui si cambiano i partner con la stessa facilità con cui si cambiano gli abiti, in omaggio all'amore inteso come passione, le cui caratteristiche sono l'instabilità e la mutevolezza", queste le parole del filosofo degne di nota. Ecco allora la necessità di ristabilire l'amore come l'unico spazio in cui ciascuno può esprimere se stesso e la sua libertà al di fuori di ogni regola nella costruzione della propria esistenza.

Valentina Tropea





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