Bisognerebbe, quindi, adottare adeguati provvedimenti che consentano di favorire le occasioni di lavoro dei giovanissimi, incoraggiando quei ragazzi pronti a mettersi in gioco, rimboccandosi le...

Predisporsi al cambiamento in una società in continua evoluzione sembra essere complicato, un po' come se non si riuscisse ad avere lo sguardo rivolto al futuro poiché quest'ultimo appare estremamente incerto ed imprevedibile.
I giovanissimi sembrano far parte della generazione dei giovani senza ambizioni, senza lavoro, senza futuro. Spesso i ragazzi vengono definiti come viziati, immaturi, maleducati, privi di valori, apatici, superficiali e soprattutto incapaci di comunicare e poco avvezzi al sacrificio.
A tal fine Marta, giovane diciannovenne frequentante il liceo classico, si rivolge al filosofo, saggista e psicoanalista Umberto Galimberti per esprimere il suo pensiero in merito, ponendo l'accento sul come i giovani abbiano bisogno di qualcuno che possa dedicare loro tempo, dedizione, pazienza, riscattando e rivendicando la loro voglia di vivere con entusiasmo, lottando per realizzare i propri sogni. "Si parla della giovinezza, e ancora più dell'adolescenza, come se fosse una malattia incurabile e contagiosa. A voi coetanei chiedo: come vi sentite mentre leggete queste parole?
Io mi sento frustrata, incompresa, diminuita, delusa, sottovalutata. Indignatevi con me, diciamo loro tutti insieme: 'Noi ce la possiamo fare', 'Possiamo farvi cambiare idea'. Perché Alessandro Magno a ventitré anni aveva conquistato metà del mondo allora conosciuto, Leopardi a ventuno scrisse L'infinito, Mozart a tredici suonava davanti a imperatori e papi, ma ventitré anni è anche l'età che avevano Sergey Brin e Larry Page nel 1996 quando si preparavano a cambiare il nostro mondo, lanciando l'anno dopo Google, è l'età che aveva Mark Zuckerberg, nel 2007, quando annunciò il lancio di Facebook, Christopher Paolini aveva quindici anni quando scrisse Eragon, un libro che ha venduto trenta milioni di copie", queste le parole della giovane diciannovenne.
Ecco allora l'importanza di dare più fiducia a quei giovani che hanno negli occhi l'entusiasmo e nel cuore la voglia di vivere, di lavorare e di sporcarsi le mani per realizzare i propri sogni, afferrando con decisione il loro futuro senza attenderlo e vivendo la loro vita con tenacia e determinazione. Dare fiducia implica maggiore autostima nei giovani, autostima che accompagnata da creatività e autonomia porta a grandi risultati.
Bisognerebbe, quindi, adottare adeguati provvedimenti che consentano di favorire le occasioni di lavoro dei giovanissimi, incoraggiando quei ragazzi pronti a mettersi in gioco, rimboccandosi le maniche, desiderosi di sperimentare creatività ed ambizione, così da accrescere le loro qualità, riscoprendo attitudini particolari ed inclinazioni naturali, non fermandosi mai all'apparenza ma andando oltre, trasformando i limiti in confini da valicare, senza avere mai paura ma proiettando lo sguardo verso nuovi orizzonti, verso quel futuro che non spaventa ma che diviene occasione di crescita, formazione e maturazione, all'insegna di una società pronta al cambiamento ma con le adeguate tempistiche ed i giusti strumenti.
"In fondo siete stati voi, ad esempio, a insegnare agli adulti l'uso e l'abuso dei mezzi informatici da cui ormai tutti dipendiamo. E quindi il mondo l'avete già cambiato voi catturando con anticipo, rispetto alle generazioni che vi hanno preceduto, i segni del futuro per il quale voi siete nati. Perché il futuro è già vostro, cari ragazzi, per il solo fatto che l'avete davanti e, per ragioni biologiche, spetta solo a voi. L'unica cosa che dovete evitare è di 'attenderlo', come molti di voi purtroppo ancora fanno, invece di 'afferrarlo' con decisione", così conclude la sua disamina Umberto Galimberti.
di VALENTINA TROPEA