Ad oggi però sono davvero pochissimi gli adolescenti che dedicano il loro tempo alla lettura di un libro, nella erronea convinzione che "leggere" sia una cosa inutile e senza senso e che internet possa sostituire qualsiasi...
Nonostante sembri essere ormai passato di moda, in una società estremamente digitale e smart, dove tutto è raggiungibile con un semplice click, leggere un buon libro rappresenta sempre un'occasione straordinaria per poter ritagliare uno spazio nel quale dedicarsi ad una profonda riflessione, arricchendo non solo il proprio lessico, rendendolo quindi più forbito, ma anche e soprattutto arricchendo la propria anima,libera di viaggiare e di visitare tanti nuovi "mondi".
Ad oggi però sono davvero pochissimi gli adolescenti che dedicano il loro tempo alla lettura di un libro, nella erronea convinzione che "leggere" sia una cosa inutile e senza senso e che internet possa sostituire qualsiasi libro, venendo meno quell'importantissima e non trascurabile passione per la lettura.
Nell'ambito di tale prospettiva, il filosofo, saggista e psicoanalista Umberto Galimberti espone il suo pensiero, ponendo l'accento su diversi aspetti significativi in materia, rivolgendosi ad un giovane studente.
Lo psicoanalista ci spiega proprio come lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, dalla radio alla televisione, al cinema, allo schermo di un computer, ha fatto sì che le cose che sappiamo, dalle più semplici a quelle più articolate, le conosciamo non per averle lette ma per averle sentite o viste. Ciò ha determinato un passaggio da un'intelligenza "sequenziale" ad una intelligenza "simultanea".
"Simultanea è l'intelligenza che usiamo quando ad esempio guardiamo un panorama, dove non è possibile dire cosa vediamo prima e cosa dopo. Sequenziale è l'intelligenza che usiamo per leggere, dove dobbiamo seguire una successione rigorosa di segni grafici disposti uno dopo l'altro. Se non so analizzare i segni grafici che compongono la parola "tavolo" non riesco a farmi un'idea di che cos'è un tavolo. Se perdiamo questo esercizio della mente, che non è richiesto dalla visione simultanea che si affida alle immagini, non sappiamo più tradurre i segni grafici in significati, né stabilire la loro successione, la loro gerarchia, la loro connessione e, soprattutto, non siamo più in grado di pervenire a concetti astratti", così ci spiega Galimberti in modo esaustivo.
Si tratta di un aspetto estremamente significativo e che determina una regressione della nostra intelligenza da una forma evoluta ad una forma elementare: un po' come i bambini che, nella loro fase iniziale di crescita, necessitano di immagini per poter comprendere bene alcuni concetti.
D'altronde attraverso la lettura impariamo a conoscere noi stessi ed anche i nostri sentimenti: l'amore, il dolore, la gioia, la noia, l'angoscia, e così via discorrendo. Solo in tal modo saremo in grado di discernere ogni piccola emozione, chiamandola per nome, e sapendo governare i nostri sentimenti.
La lettura rappresenta, infatti, un'occasione unica ed imperdibile per dedicare del tempo a se stessi, per iniziare a conoscere le proprie attitudini, inclinazioni, acuendo l'ingegno e viaggiando non fisicamente ma mentalmente, alla scoperta di mondi nuovi e sconosciuti. In tal modo i giovani impareranno a conoscere se stessi fino in fondo, coltivando quella passione che riempie il cuore, nutre l'anima e libera la mente.
Non tutto può essere sostituito dallo sviluppo della tecnologia e la lettura rappresenta proprio uno di tali aspetti non sostituibili o trascurabili all'insegna di una "cultura digitale". Purtroppo, però, l'Ocse ( l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ci dimostra come gli italiani siano all'ultimo posto per la comprensione di un testo scritto.
Occorre quindi stimolare ed invogliare i giovani a leggere, investendo le loro risorse in un'attività che arricchisce e non impoverisce, un'attività che nobilita l'animo, alimentando passione e creatività, immaginazione ed ingegno.
di VALENTINA TROPEA