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Galimberti, genitori e insegnanti devono educare i giovani a perseguire progetti e ambizioni tenendo a debita distanza il "sano realismo"

Aggiornamento: 41 minuti fa

"I sogni, quando non sono illusioni ma progetti, non si lasciano sconfiggere dal sano realismo, perché portano dentro di loro la forza di..."

“Il sano realismo, infatti, è l’accettazione indiscussa dell’esistente, al quale fin da piccoli siamo stati avviati dai consigli degli adulti che, esplicitamente o implicitamente, ci facevano capire che il successo si raggiunge più facilmente conformandosi alle esigenze degli altri, rinunciando ovviamente alla realizzazione di noi stessi, perché ciò che paga è l’uniformità più rigorosa, la capacità di adattamento, non per il quieto vivere, ma per essere accettati e, grazie all’accettazione, in seguito considerati”, così espone il suo pensiero Umberto Galimberti.

Ed è proprio quel “sano realismo” che impone di indossare una maschera dove tutti diventano conformisti ed omologati, dove l’orizzonte sembra essere senza futuro e non c’è spazio per i sogni, per i progetti, per le ambizioni.

“Ma i sogni, quando non sono illusioni ma progetti, non si lasciano sconfiggere dal sano realismo, perché portano dentro di loro la forza di chi, nonostante tutto, crede che un mondo migliore sia ancora possibile”, queste le parole di Umberto Galimberti.



Ecco allora il ruolo degli educatori, genitori ed insegnati, che hanno il dovere etico di richiamare i giovani a non rinunciare a quei sogni, a non rinunciare a quel futuro che possono plasmare, costruire, con forza e determinazione, passione e coraggio, senza desistere, ma anzi perseguendo i propri obiettivi così da raggiungere i risultati prestabiliti.

Non bisogna mai ambire ad un’omologazione di massa perché altrimenti saremo noi stessi a spegnere i nostri sogni, a deludere le nostre aspettative, ad indossare la maschera della finzione.


Proprio su tale aspetto pone l’accento Umberto Galimberti che esorta i giovani a guardare oltre l’orizzonte, ricordando loro che la vita è un dono prezioso e nessuno può rinunciare a viverla intensamente, proprio perché un sogno non è una finzione ma un progetto, un’illusione non ancora delusa, una prefigurazione di un mondo diverso da quello che ci è stato consegnato.

Non bisogna quindi mai essere arrendevoli, non ci si può conformare ed uniformare alle altrui esigenze, perché in tal modo finiremo con il vivere un’esistenza che non ci appartiene, prediligendo il consenso degli altri ma spegnendo la nostra anima, non più viva e piena di passione, ma riflesso di altrui disegno.     


di VALENTINA TROPEA




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