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Galimberti: i bambini devono tornare a sognare, dobbiamo dedicare loro le nostre carezze e soprattutto il nostro tempo, questo è importante

Aggiornamento: 6 giorni fa

"Viviamo in un’epoca di sovrabbondanza. Regali per ogni occasione, oggetti che riempiono le stanze dei nostri bambini senza lasciare spazio alla mancanza, che è l’essenza stessa del..."

In una società dominata dalla razionalità della tecnica, nella quale produttività ed efficienza rappresentano i valori guida verso i quali orientarsi, appare sempre più evidente la demotivazione e l’anestesia emotiva dei giovani, disorientati ed incapaci di “desiderare” vivendo in un’epoca di sovrabbondanza, dove tutto viene consegnato loro senza alcuno sforzo.


In relazione a tale aspetto il filosofo, saggista e psicoanalista Umberto Galimberti esprime il suo pensiero in merito attraverso una considerevole riflessione, degna di nota, che funge da monito nei confronti degli educatori, e più nello specifico dei genitori.

“Come può esistere il desiderio, se tutto viene loro consegnato senza sforzo?

Viviamo in un’epoca di sovrabbondanza. Regali per ogni occasione, oggetti che riempiono le stanze dei nostri bambini senza lasciare spazio alla mancanza, che è l’essenza stessa del desiderio. Mi chiedo, e vi chiedo: che valore ha un oggetto se non è stato atteso, se non è stato guadagnato con fatica? Desiderare significa immaginare, proiettarsi verso qualcosa, costruire. Ma oggi, quale spazio lasciamo a questa costruzione?

Ecco il punto: riempiamo il silenzio con cose, sostituiamo il dialogo con i doni. È più facile comprare che parlare, più semplice colmare un’assenza con un oggetto piuttosto che affrontare il vuoto. Ma quel vuoto, quella mancanza, è ciò che spinge a crescere, a scoprire, a impegnarsi.


Mi rivolgo ai genitori: avete parole da offrire ai vostri figli? Le vostre parole valgono fino a un certo punto, poi diventano eco. Se non le nutrite oggi, con l’ascolto e il dialogo, domani non avranno più peso.

Non si tratta di demonizzare il dono, ma di ridargli il suo valore. Un regalo è significativo quando porta con sé una storia, un’attesa, un legame. Diversamente, resta solo un oggetto, vuoto come il desiderio che avrebbe dovuto evocare”, queste le considerevoli parole del filosofo.


Pertanto lasciamo che i bambini tornino a sognare, senza riempirli di regali ad ogni occasione ma dedicando loro le nostre carezze ed il nostro tempo. Spesso preferiamo riempire il silenzio con le cose, sostituendo il dialogo con un dono ma ciò che dovremmo comprendere fino in fondo è che l’assenza non può essere colmata con un oggetto ed i genitori devono prendersi cura dei loro figli, dialogando e rimanendo al loro fianco, ricordando sempre che la nostra presenza è il più grande regalo che possiamo offrire alle persone che amiamo.

Solo in tal modo i bambini, fin da piccoli, potranno avere contezza di cosa significhi davvero desiderare, immaginare, costruire qualcosa, sperimentando la loro fantasia e curiosità, riscoprendo la bellezza di un abbraccio che scalda il cuore o di una carezza che sfiora il viso.

di VALENTINA TROPEA







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