Al riguardo il filosofo, saggista e psicoanalista Umberto Galimberti, attraverso una disamina chiara e puntuale, osserva proprio come il desiderio di costruzione di un nuovo io e la ricerca di approvazione non fanno altro che celare una...
L'apparenza sembra aver preso il sopravvento sull'essenza, l'autenticità è stata gradualmente sostituita dal desiderio di creare un'immagine artificiale di noi stessi, una sorta di vetrina virtuale dove la costruzione di un nuovo io e la ricerca di approvazione hanno pian piano minimizzato la necessità di una reale comprensione.
Ed è proprio l'utilizzo dei social network (Facebook e Twitter in primis) che ha accentuato questo aspetto, enfatizzando il non dialogo, la necessità di ricevere un "mi piace" per poter avere l'approvazione altrui, un po' come se l'anima avesse perso il suo fascino ed il vuoto avesse fatto da padrone nelle nostre vite.
Ci si è trasformati in merci in pubblica esposizione, appiattendo e trascurando i rapporti umani, abolendo qualsiasi forma di raffronto od argomentazione.
Al riguardo il filosofo, saggista e psicoanalista Umberto Galimberti, attraverso una disamina chiara e puntuale, osserva proprio come il desiderio di costruzione di un nuovo io e la ricerca di approvazione non facciano altro che celare una non accettazione di se stessi ed una forma di insicurezza ormai predominante.
"La non accettazione di sé comincia dal corpo che, a partire dall'adolescenza e fino alla vecchiaia, chiede grazie alla chirurgia estetica di poter essere modificato, per poi estendersi all'immagine di sé, offrendo sui social network una descrizione che non risponde a quel che si é, ma a quel che si presume possa essere approvato dagli altri. E così ci si mette in mostra come i prodotti si mettono in vetrina. E senza accorgercene diventiamo una "mostra" che chiunque può visitare", così dichiara espressamente Galimberti.
Attraverso questi nuovi mezzi di comunicazione si è persa anche la capacità di argomentare perché ciò presuppone saper pensare e parlare e così la riflessione ed il pensiero sembrano aver perso la loro funzione fondamentale, alla luce di una società impaziente che preferisce ottenere tutto e subito, senza perdere tempo, in maniera spesso troppo avventata.
"Un mondo accorciato, un mondo ridotto a quella breve distanza che separa il mio occhio dal telefonino, che mi fa vedere non il mondo reale, ma il mondo in immagine, non di rado manipolato dagli operatori di mercato che riescono a intercettare anche i nostri gusti, per vendere gli oggetti che li soddisfano", queste le significative parole del filosofo.
Nonostante tutto sembra non potersi fare a meno di questi mezzi di comunicazione perché ciò potrebbe determinare l'esclusione sociale e nessuno vorrebbe provare l'angoscia dell'isolamento e della solitudine.
Ecco allora che l'autenticità, come valore fondamentale della vita, deve essere riscoperto per smettere di mettersi in mostra, imparando ad amare se stessi senza ricercare l'approvazione altrui: occorre comprendere, fino in fondo, cosa sia reale e virtuale, non lasciandosi mai ingannare dall'apparenza ma focalizzandosi sempre sull'essenza delle cose, così da non farsi abbagliare ma avendo una capacità di discernimento che permetta di optare per le scelte migliori, in maniera decisa e senza alcuna titubanza.
di VALENTINA TROPEA