Procedere con la programmazione di nuovi concorsi quando ci sono docenti idonei del concorso del 2020 che stanno...
Procedere con la programmazione di nuovi concorsi quando ci sono docenti idonei del concorso del 2020 che stanno attendendo ancora l'assunzione non ha senso alcuno. Se poi inseriamo, perché è giusto farlo, gli idonei del concorso del 2023, la parola concorso dovrebbe sparire per almeno due/tre anni. Ma non solo gli idonei, devono essere assunti anche i docenti triennalisti, farli abilitare con percorsi che non prevedono il numero chiuso, perché è un loro diritto.
Il sindacato UIL comunica che "è necessario prima assumere tutti gli idonei dei precedenti concorsi, 2023 compreso. Nell’immediato i posti autorizzati per l’a.s 2024/25 e non coperti per mancanza di aspiranti in una regione, si potrebbero redistribuire tra le diverse regioni in modo da coprire tutti i posti disponibili e, allo stesso tempo, permettere lo scorrimento delle graduatorie degli idonei del concorso 2020.
È paradossale che per l’anno scolastico 2024/25 siano stati accantonati circa 19.000 posti da destinare al prossimo concorso PNRR non ancora bandito. Siamo contrari a nuove procedure concorsuali senza prima aver coperto tutti i posti vacanti, utilizzando tutte le graduatorie degli idonei dei concorsi precedenti e portando a esaurimento anche quelle del concorso 2023 – afferma il Segretario generale della Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile.
"La nostra proposta, ha affermato la Uil Scuola rua, permetterebbe di utilizzare le stesse graduatorie anche per gli anni scolastici successivi".
Nell’immediato, inoltre – continua D’Aprile – i posti autorizzati per l’a.s 2024/25 e non coperti per mancanza di aspiranti in una regione, si potrebbero redistribuire tra le diverse regioni in modo da coprire tutti i posti disponibili e, allo stesso tempo, permettere lo scorrimento delle graduatorie degli idonei del concorso 2020.
È fondamentale in questo momento – continua il segretario – dare una risposta immediata, assumendo tutti gli idonei dei concorsi svolti negli anni passati. Anche perché riteniamo sia profondamente ingiusto costringere a una nuova verifica chi ha già superato con successo la selezione ma non è stato ancora assunto.
La stabilizzazione di tutto il personale precario rappresenterebbe una inversione di tendenza significativa, che contribuirebbe alla crescita per l’intera economia del Paese, soprattutto alla luce del deferimento della Corte europea riguardo alla reiterazione dei contratti a termine, conclude.