La questione riguardante i docenti precari e la loro mancata retribuzione rappresenta un aspetto drammatico del sistema scolastico italiano: sono infatti MIGLIAIA gli insegnanti precari che non ricevono lo stipendio già dal mese...
La questione riguardante i docenti precari e la loro mancata retribuzione rappresenta un aspetto drammatico del sistema scolastico italiano, un aspetto che richiede, senz'altro, un'analisi attenta e dettagliata.
Sono infatti MIGLIAIA gli insegnanti precari che non ricevono lo stipendio già dal mese di Ottobre. Si tratta di una problematica rilevante e la Gilda degli insegnanti, in merito, si espressa in tal modo: «È vergognoso e inaccettabile quanto si sta perpetuando ai danni dei docenti precari che dal mese di ottobre non hanno ancora visto accreditarsi lo stipendio. Una situazione drammatica, uno scenario solo italiano, che ignora i bisogni del comparto docente».
La situazione, delicata e alquanto allarmante, accomuna MIGLIAIA di insegnanti, tutti in serie difficoltà economiche, spesso impossibilitati anche nel pagare l'affitto, nel sostenere i propri figli a carico, costretti a dover richiedere del denaro proprio ai loro genitori, ingenerando così un senso di frustrazione ed impotenza.
Carlo Castellana, coordinatore nazionale del sindacato Gilda, su Open, pone l'accento sul sistema di pagamento degli stipendi dei docenti precari proprio perché in passato erano le scuole a gestire direttamente il pagamento dei supplenti, ma qualche anno fa tutto è stato centralizzato al Mef con un sistema informatico ad hoc.
«Questo cambiamento ha creato molti disagi. Il problema principale è che il Mef trasferisce i fondi alle scuole solo quando sono disponibili, generando ritardi quando i soldi non sono sufficienti rispetto al numero dei supplenti da pagare», spiega Carlo Castellana.
Occorre poi, inoltre, soffermarsi sugli effetti collaterali prodotti dai Concorsi PNRR.
«Circa 50mila posti per docenti di ruolo sono stati messi in stand by, in attesa dell’arrivo dei vincitori dei concorsi. Arrivo che, però, è stato diluito nel tempo e che deve ancora terminare. Di conseguenza, le scuole hanno dovuto ricorrere a un numero maggiore di supplenze brevi per coprire i posti vacanti, senza però un adeguato aumento delle risorse disponibili. Questo ha causato ritardi nei pagamenti», ribadisce Castellana.
Senza però dimenticare che la situazione si è ulteriormente aggravata a causa di un sistema burocratico lento e macchinoso.
«Le scuole devono autorizzare ogni mese al Mef il pagamento dello stipendio per ciascun supplente, anche se è già chiaro per quanti mesi il docente lavorerà e, di conseguenza, per quanti mesi dovrà essere retribuito. Basta un piccolo errore in questa procedura per bloccare il pagamento al docente», continua Castellana. Inoltre, le stesse ragionerie provinciali e regionali, responsabili dell’elaborazione dei contratti, a volte possono causare ulteriori ritardi: «Anche uno o due giorni di slittamento nella loro lavorazione possono far slittare lo stipendio al mese successivo», conclude così il coordinatore nazionale del sindacato Gilda.
di VALENTINA TROPEA