Più dettagliatamente la Commissione rileva che la legislazione italiana che determina lo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non prevede un...
La questione riguardante gli stipendi dei docenti precari è una questione estremamente importante e degna di un'attenta riflessione.
A tal fine la Commissione Europea ha deciso di deferire l'Italia per la perdurante violazione della normativa europea sul lavoro a tempo determinato nel settore scolastico.
Più dettagliatamente la Commissione rileva che la legislazione italiana che determina lo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non prevede un progresso salariale incrementale basato sui periodi di servizio precedenti.
Questo costituisce una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato, che hanno diritto a tale progresso salariale.
Si tratta di una situazione molto preoccupante per il Governo: le conseguenze economiche in caso di una condanna potrebbero essere considerevoli alla luce del numero sempre più cospicuo di docenti precari e quindi della necessità di provvedere al riconoscimento degli scatti di anzianità.
A tal fine Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, sostiene che il deferimento UE certifica il fallimento dei governi sul precariato.
“Inoltre, sul versante salariale, il governo ha fatto poco o niente. Ha banalmente deciso di non attribuire dieci punti percentuali di inflazione a stipendi già molto bassi. Da questo punto di vista queste risorse per il rinnovo del contratto non solo sono insufficienti per procedere a un’equiparazione tra personale a tempo determinato e a tempo indeterminato, ma non contribuiscono neppure a rispondere all’inflazione, da un lato, e valorizzare gli stipendi dall’altro”, conclude Fracassi.
Anche il Segretario Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, afferma che:
"Il Governo deve intervenire per ripristinare la legalità e per coprire tutti i posti disponibili – su cui si reiterano le supplenze per più anni testimoniate dai numeri elevati di precari – con contratti a tempo indeterminato per garantire stabilità al personale interessato, migliorare la funzionalità delle scuole e contribuire a mettere in moto l’economia del Paese che passa inevitabilmente dalla stabilità del lavoro”.
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di VALENTINA TROPEA
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