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Docenti precari discriminati ricorrono al TAR. "I percorsi abilitanti dovevano partire per tutti, ora siamo noi gli ingabbiati". Appello ai Ministri Valditara e Bernini, "no al numero chiuso".(VIDEO)

Aggiornamento: 17 lug

“I cosiddetti ‘triennalisti’ chiedono da tempo, inascoltati, un intervento correttivo della legislazione relativa ai percorsi abilitanti da 30 crediti previsti per loro, che sono a numero chiuso, con pochi posti..."


Oltre 150mila insegnanti precari hanno terminato, come di consueto, il loro rapporto di lavoro con la scuola e sono in stato di "disoccupati": sono tutti i supplenti annuali con scadenza del contratto al 30 giugno 2024. Un raggruppamento di docenti che coinvolge anche quasi 100mila insegnanti di sostegno, con o senza specializzazione, assunti per coprire i cosiddetti posti in deroga collocati inopinatamente per legge negli organici di fatto e non in quelli di diritto (dove dovrebbero andare perché sono cattedre a tutte gli effetti senza titolare). Anief ricorda ai docenti precari che, oltre al ben servito del licenziamento annuale, devono controllare il cedolino perché dovrebbero trovarsi pagate tutte le ferie non utilizzate nel corso dell’anno e se così non fosse è bene che presentino ricorso ( CLICCA QUI ).


Come mai nella storia italiana i docenti triennalisti, con l'auspicio di un incontro, continuano a rivolgere appelli al Ministro Valditara e alla Ministra Bernini: “i veri ingabbiati siamo noi”. Un chiaro riferimento ai docenti già abilitati / specializzati che hanno potuto iscriversi, conseguire l’abilitazione all’insegnamento e inserirsi a pieno titolo nella prima fascia delle GPS. A differenza di tutte le altre categorie che non hanno avuto possibilità alcuna, fino ad oggi, di potersi iscrivere ai percorsi abilitanti e conseguire per tempo il titolo.

“Nel silenzio e nell’immobilismo del governo, gli insegnanti precari con tre anni di servizio continuano ad essere discriminati nell’abilitazione rispetto ai colleghi di ruolo, a chi ha già un’abilitazione e a chi è specializzato sul sostegno. Un folto numero di docenti precari, proprio per queste motivazioni, ha deciso di fare ricorso al Tar contro un sistema di abilitazioni ingiusto e assurdo, che li condanna di fatto al precariato a vita o essere scavalcati da insegnanti mai stati in cattedra”. Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione, che aggiunge: “I cosiddetti ‘triennalisti’ chiedono da tempo, inascoltati, un intervento correttivo della legislazione relativa ai percorsi abilitanti da 30 crediti previsti per loro, che sono a numero chiuso, con pochi posti e con l’obbligo di lezioni in presenza e tirocinio, mentre i corsi per gli insegnanti di ruolo, già abilitati e specializzati su sostegno prevedono invece numero illimitato di accesso, lezioni online e nessuna ora di tirocinio. Si fanno insomma due pesi e due misure, con la conseguenza che i precari sono inevitabilmente impossibilitati a entrare in ruolo o addirittura a rischio di restare senza lavoro perché costretti a rimanere in seconda fascia delle Graduatorie provinciali per le supplenze.



Si tratta di docenti in alcuni casi con molti anni di insegnamento già alle spalle, che rivendicano solo parità di trattamento. Si sono rivolti al Ministero dell’Istruzione per chiedere l’apertura di un tavolo tecnico e modificare la disciplina dei percorsi abilitanti, ma non hanno avuto alcuna risposta. Eppure rispondere è cortesia. Non per questo governo – conclude Ruffino – che evidentemente ritiene normale ci siano insegnanti di Serie A e insegnanti di Serie B”.

Ricordiamolo, il Ministero è l’unica struttura che proroga contratti oltre i 3 anni di servizio, contravvenendo le regole dettate dall’Europa.

A seguire l'appello dei triennalisti



A seguire uno degli ultimi comunicati dei triennalisti

"Il Coordinamento triennalisti, in rappresentanza dei docenti interessati, esprime la propria insoddisfazione in merito ai decreti di disciplina dei percorsi abilitanti da 30 crediti previsti per gli insegnanti precari con tre anni di servizio (cosiddetti triennalisti) presso le scuole statali o paritarie dal D.L. n.75 del 22 giugno 2023, convertito con Legge n.112 del 10 agosto 2023.

Le speranze dei docenti precari di conseguire l’abilitazione, dopo una attesa di dieci anni, si sono infrante nel momento in cui i Ministeri dell’Istruzione e del Merito e dell’Università e della Ricerca, anziché avviare contemporaneamente tutti i percorsi abilitanti destinati alle varie categorie, con nota MUR n.3042 del 15 febbraio 2024 hanno dato il via libera soltanto ai corsi riservati ai DOCENTI DI RUOLO, a COLORO CHE POSSIEDONO GIA’ UNA ABILITAZIONE SU ALTRA MATERIA e agli SPECIALIZZATI SUL SOSTEGNO. I corsi abilitanti per i triennalisti, invece, non sono stati attivati. Solo a fine aprile 2024 sono stati emanati, con notevole ritardo, i decreti di disciplina dei corsi da 30 crediti per i docenti precari, ma ad oggi nessuna Università ha fatto partire tali corsi riservati ai triennalisti.



Si parla di cifre elevatissime di nuovi abilitati, oltre 100.000 docenti di ruolo che vogliono cambiare disciplina o grado (cosiddetti ingabbiati) e di altrettanti abilitati che stanno già conseguendo l’abilitazione su una differente classe di concorso, e di un ingente numero di specializzati su sostegno che si stanno abilitando anche su materia. E, da marzo a oggi, siamo già al terzo ciclo di tali corsi contro lo zero per i precari triennalisti. Inoltre, i posti dei corsi abilitanti ai quali potrebbero accedere i precari con tre anni di servizio sono davvero esigui, poiché il Ministero dell’Istruzione e del Merito ne ha disposto l’accesso a NUMERO CHIUSO, oltre a svariate ulteriori complicazioni quali lezioni in presenza e tirocinio (un sensibile aggravio per un lavoratore), a differenza dei corsi per gli insegnanti di ruolo, già abilitati e specializzati su sostegno che, invece, prevedono lezioni totalmente on line, numero illimitato di accesso, e nessuna ora di tirocinio.



Una grave discriminazione compiuta ai danni dei precari triennalisti, a favore di chi un lavoro già l’ha! Solo una percentuale trascurabile di precari triennalisti riuscirà ad accedere all’abilitazione, dato anche il fatto che i corsi a loro riservati, non essendo strutturali, sono previsti solo per un breve periodo transitorio, mentre alla maggioranza verrà negata, oltre l’abilitazione, anche la possibilità di partecipare ai futuri concorsi, per i quali il requisito dell’idoneità sarà imprescindibile!



Le conseguenze di tali decisioni saranno drammatiche per l’occupazione nel settore scuola. Molti docenti che si sono abilitati grazie all’agevolazione dell’avvio prioritario dei corsi, a numero illimitato, decideranno di presentare domanda di inserimento in prima fascia nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze 2024 e scavalcheranno di fatto i precari triennalisti che, invece, saranno costretti a rimanere in seconda fascia perché la possibilità di abilitarsi a loro è stata negata.

Giova ricordare che l’inserimento in prima fascia comporta, a prescindere dal punteggio, una precedenza rispetto a coloro che permarranno in seconda fascia.



Il problema più serio per i supplenti sarà quello di non ricevere alcuna nomina dalle Graduatorie Provinciali per le Supplenze, e quindi di non lavorare! A nulla sono valsi gli appelli ai Ministeri, ai Sindacati e alla Presidenza del Consiglio, il Governo ha manifestato la più totale indifferenza alle richieste di interlocuzione degli interessati, dimostrando il totale abbandono dei docenti precari triennalisti e decretandone la loro estromissione dal mondo del lavoro. Sono oltre 250.000 i docenti supplenti, cifra che, con le rispettive famiglie, implica un impatto all’incirca su un milione di italiani. Il Coordinamento Triennalisti chiede ancora una volta al Governo, ai Sindacati e alla Presidenza del Consiglio l’apertura di un tavolo tecnico, con la presenza di una delegazione dei rappresentanti dei docenti precari, finalizzata a modificare le disposizioni che disciplinano i percorsi abilitanti per i docenti precari, contenute nei D.M. n.620 e n.621 del 22 aprile 2024, anche attraverso l’emanazione di nuovi provvedimenti volti a equiparare la posizione dei triennalisti a quella delle categorie che hanno beneficiato di un trattamento di favore."

di LA REDAZIONE




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