DOCENTI PRECARI, CARTA DOCENTE:ancora RITARDI nei pagamenti, nei rimborsi e nelle sentenze. La GILDA:“Vogliamo risposte da parte del MIM.Serve una maggiore armonizzazione ed equiparazione dei diritti"
- La Redazione
- 6 giorni fa
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"Nonostante siano state accolte le numerose richieste della Gilda per aumentare le risorse previste per il bonus, ci indigna constatare che i colleghi, docenti precari al 31..."

Lo scorso gennaio il governo ha approvato la legge di bilancio 2025, con grande entusiasmo anche da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito che ha annunciato l’incremento di 60 milioni di euro annui per la misura prevista dalla legge n.107 del 2015, ovvero Carta Docente.
Nonostante siano state accolte le numerose richieste della Gilda per aumentare le risorse previste per il bonus, ci indigna constatare che i colleghi, docenti precari al 31 agosto, che a gennaio avrebbero dovuto ricevere quanto dovuto, sono ancora in attesa.
“Siamo ormai a Pasqua e questi soldi ancora non sono arrivati – afferma Vito Carlo Castellana, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – inoltre, ricordiamo che in questo periodo è fondamentale avere Carta Docente per pagare i corsi di abilitazione, inclusi quelli Indire promossi dal MIM”.
Non di secondaria importanza anche il mancato pagamento delle sentenze di chi un anno fa aveva presentato ricorso e ancora non si è visto riconosciuto il rimborso.
“Parliamo di decine di migliaia di ricorsi – continua Castellana – per una cifra che può equivalere anche ad alcuni milioni di euro. Inaccettabile pensare all’inadempienza di chi doveva occuparsi di queste pratiche”.
Dopo varie richieste di incontro inoltrate nei mesi scorsi al Direttore Generale del Dipartimento del MIM, la Gilda degli Insegnanti ne richiede formalmente uno nuovo.
“Vogliamo risposte da parte del MIM – conclude Castellana - su una questione che non può rimanere ancora in una fase di stallo. Come è apparso anche dal sondaggio che abbiamo presentato pochi giorni fa, serve una maggiore armonizzazione ed equiparazione dei diritti, perché a prescindere dall’ inquadramento, il ruolo di un docente non cambia, che sia precario o di ruolo”.
di ISABELLA CASTAGNA
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