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Docenti precari: assunzioni in arrivo perché è un diritto? Anche se per l'Europa non c'è nessuna limitazione arrivano i tagli di organico. Il MIM deve ripensare il reclutamento

Aggiornamento: 27 ott

Non è certamente di buon auspicio la riduzione di organico di circa 8000 posti tra docenti e ATA. Il mondo...

Non è certamente di buon auspicio la riduzione di organico di circa 8000 posti tra docenti e ATA. Il mondo scuola aspetta trepidante le assunzioni degli idonei ai concorsi e dei docenti precari storici e invece la risposta è che viene addirittura tagliato l'organico. Abbiamo letto molte critiche a tale scelta sia da parte di docenti che dai vari sindacati.


Anief definisce tale scelta insostenibile ( LEGGI L'ARTICOLO ) , La FLC CGIL giorno 31 ottobre scenderà in piazza ( LEGGI L'ARTICOLO ) mentre la UIL nonostante le critiche alla manovra propone un piano a costo zero per assumere i docenti precari è idonei ( LEGGI L'ARTICOLO ).

La verità, nonostante i corsi INDIRE da 30 CFU ( LEGGI L'ARTICOLO ) per specializzare 85MILA docenti di sostegno, le speranze di assunzioni, in termini di ridurre significativamente il precariato storico, sono veramente poche o addirittura nulla.

Nonostante tutto è necessario continuare a dire "repetita iuvant", la sentenza latina che sottolinea la fondamentale azione di ripetere le cose affinché possano giovare. È importante tenere viva l'attenzione su un tema centrale per la vita di centinaia di migliaia di docenti. Ed è fondamentale divulgare il più possibile quelli che sono i diritti dei docenti idonei e dei docenti precari ( spesso la condizione di idoneo coincide con quella di precario ). Da qualche giorno è acclarato che non è dell'Europa la responsabilità dei rallentamenti nelle assunzioni. Quindi l'Europa non frena in alcun modo le assunzioni degli idonei del concorso 2020 e del concorso 2023.

Giorno dopo giorno, sentenza dopo sentenza e indicazioni della Commissione europea fanno emergere agli occhi di tutti che i docenti idonei e i precari storici oltre ad avere il diritto all'assunzione a tempo indeterminato hanno anche i medesimi diritti dei colleghi di ruolo.

Le sentenze a favore dei precari sulla Carta del docente che si susseguono inesorabilmente, il riconoscimento di 32000 euro ad un insegnante grazie al decreto salva infrazioni e il riconoscimento degli scatti di anzianità sono solo alcuni dei segnali che stanno ad indicare che tra docenti di ruolo e precari non si devono fare discriminazioni. Non si dovrebbe mai contravvenire a questa importante indicazione, in primis perché non è giusto e se vogliamo dirla tutta anche perché al sistema non conviene. Come si dice, ogni nodo viene sempre al pettine e, in questo caso, lo Stato oltre a pagare il dovuto deve pagare gli interessi.

Ad oggi sembra essere finito il tempo di addossare all'Europa le esclusive colpe per le mancate assunzioni dei docenti idonei e dei precari storici. Quindi, vista la risposta della commissione europea: "il sistema di reclutamento dei docenti è responsabilità degli Stati membri". Quindi per l'Italia deve oggi pensarci chi è al Governo.

La Commissione ha innanzitutto ricordato che il “sistema di reclutamento dei docenti è responsabilità degli Stati membri in linea con il principio di sussidiarietà”. Le proposte presentate dall’Italia con il PNRR sono state accolte in Europa in quanto presentate come funzionali a “rafforzare l’offerta formativa e incrementare le professionalità del personale docente, con l’obiettivo inter alia di assumere almeno 70.000 nuovi docenti, sulla base del sistema riformato, entro il 2026”.Era noto infatti che prima della riforma “gli insegnanti della scuola secondaria non erano sottoposti ad un processo di qualificazione strutturato, bensì solo all'acquisizione di un determinato numero di crediti”, i famosi 24 CFU.

Sull’incidenza del lavoro precario nel sistema di istruzione italiano la Commissione europea ha confermato di avere “ricevuto un numero considerevole di denunce riguardanti il possibile abuso di contratti di lavoro a tempo determinato”, tanto che ha deciso di deferire il nostro Paese dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione europea ( FLC CGIL ) per l’utilizzo abusivo e reiterato di rapporto di lavoro a termine e per le condizioni di lavoro discriminatorie previste nei confronti del personale precario. Le autorità europee si sono quindi dichiarate disponibili ad aprire un confronto tecnico, alla luce delle criticità che la FLC CGIL ha segnalato."



di LA REDAZIONE




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