"Migliaia di unità di personale Ata non comprendono, ad esempio, per quale motivo sono stati in servizio fino allo scorso mese di giugno e poi non sono mai stati..."
La Commissione Affari Costituzionali del Senato prosegue l'esame in sede referente del decreto legge Milleproroghe ("Conversione in legge del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi" - A.S. 1337): l’esame del testo, approvato dal Consiglio dei Ministri il 9 dicembre e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre scorso, ha preso il via a Palazzo Madama la
passata settimana e per la scuola potrebbe contenere delle risposte importanti per sciogliere dei nodi che al momento risultano molto stretti: tra le priorità da affrontare vi sono certamente le proroghe dei contratti dell’organico aggiuntivo Ata e le assunzioni degli idonei del concorso Pnrr 2020 e 2023.
“Siamo arrivati a gennaio e certi problemi dovevano essere certamente affrontati prima – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - , ma anche se in ritardo sarebbe comunque importante risolverli ora che siamo a metà dell’anno scolastico. Migliaia di unità di personale Ata non comprendono, ad
esempio, per quale motivo sono stati in servizio fino allo scorso mese di giugno e poi non sono mai stati richiamati, sebbene i motivi per farlo fossero immutati: i progetti del piano europeo Pnrr, infatti, non sono certo terminati ma andranno avanti per altri due anni”.
“Lo stesso inspiegabile silenzio – continua Pacifico - avvolge decine di migliaia di candidati docenti risultati idonei alle prove del concorso Pnrr 2023: come accaduto con la procedura del 2020 non si trovano nemmeno nelle graduatorie di merito e questo non è possibile, considerando l’interessamento dello stesso Ministero nello stabilizzarli in luogo dei vincitori di concorso che per vari
motivi sono costretti a rinunciare all’assunzione a tempo indeterminato.
È bene, quindi, che con il decreto Milleproroghe si ponga rimedio a queste due ingiustizie, il tempo per farlo è poco ma non è ancora scaduto”, conclude il leader dell’Anief.
di LA REDAZIONE