"Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “l’attuale assegnazione degli scatti è stata introdotta con il contratto collettivo ..."
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Il sindacato Anief insiste sugli scatti stipendiali del personale scolastico: sono pochi e rinnovati a distanza di troppo tempo, per recuperare un po’ di terreno economico e di giustizia professionale è ora di introdurre una cadenza automatica di aumento permanente in busta paga ogni 4 anni.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “l’attuale assegnazione degli scatti è stata introdotta con il contratto collettivo 2016-2018, quando il nostro sindacato non era ancora rappresentativo, che ha recepito il Ccni del 2011, anche questo non firmato dall’Anief, che in accordo con altre organizzazioni sindacali ha abolito il primo gradino stipendiale allora collocato al terzo anno di carriera”.
Dopo avere rammentato che “per i neo-assunti fino allo scorso anno si conteggiavano per intero solo i primi quattro anni del servizio da precari”, Pacifico specifica che “attualmente le fasce stipendiali prevedono lo scatto automatico all’inizio del nono anno di anzianità, seguita di una sequenza che l’Anief ha denominato ‘diabolica’ perché per tre volte permette il passaggio di gradone successivo ogni ben sei anni.
Si arriva, quindi, a 28 anni per poi ottenere l’ultimo scatto di stipendio a 35 anni. Manca, invece, quello successivo, attorno ai 40 anni, considerando che con la revisione del sistema previdenziale sono ben 42-43 gli anni di contributi da versare per avere una pensione dignitosa”.
Alla luce di queste progressioni stipendiali superati dal tempo – continua Marcello Pacifico – il nostro sindacato Anief propone di introdurre gli scatti stipendiali ogni quattro anni, così per permettere un adeguamento regolare dello stipendio rispetto al costo della vita, considerando che gli aumenti derivanti dai rinnovo contrattuali, come avverrà anche con il Ccnl 2022-2024, riescono a coprire meno della metà, probabilmente appena un terzo, dell’inflazione maturata nel frattempo e con la quale devono convivere tutti i giorni i lavoratori costretti a percepire compensi dal potere d’acquisto sempre più misero”.
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di LA REDAZIONE