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DOCENTI E ATA CHE PRESTANO SERVIZIO A SCUOLA, INCOMPATIBILITÀ CON ALTRI LAVORI

Aggiornamento: 30 lug 2023

Ci sono alcune condizioni per poter svolgere altre attività lavorative anche se già si presta servizio a scuola, senza che vi sia incompatibilità con altri lavori




Quali sono gli obblighi di esclusività, limiti e compatibilità con altri lavori per chi è dipendente pubblico, come docenti e ATA ?

Il dipendente pubblico, come il docente / ATA del sistema scolastico italiano, è obbligato a prestare il proprio lavoro in maniera esclusiva nei confronti dell’Amministrazione da cui dipende. A questo principio di carattere generale fanno eccezione alcuni regimi speciali (ad esempio la possibilità per i docenti di esercitare la libera professione) ed il personale in part-time con prestazione lavorativa non superiore al 50%. Ci sono però altri casi in cui il dipendente pubblico, anche se a tempo pieno, può svolgere, se autorizzato, dalla propria Amministrazione, incarichi di tipo diverso. Autorizzazione a svolgere incarichi di tipo diverso La principale norma di riferimento oggi è l‘articolo 53 del DLgs 30 marzo 2001, n. 165 (testo unico sul pubblico impiego) il quale riprende l’articolo 58 del DLgs 3 febbraio 1993, n. 29, così come modificato dal DLgs 31 marzo 1998, n. 80, nonché il Testo unico 3/1957 e la L. 662/1996. Tale norma, nel rispetto del principio generale dell’esclusività del rapporto di lavoro pubblico, disciplina il conferimento e le autorizzazioni degli incarichi retribuiti ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato (ruolo) e determinato (supplenza). L’aspettativa per motivi di famiglia o di studio non fa venire meno il dovere di esclusività che caratterizza il lavoro alle dipendenza della pubblica amministrazione. Sono esclusi da queste limitazioni i dipendenti con rapporto di lavoro a tempo parziale con prestazione lavorativa non superiore al 50% di quella a tempo pieno per i quali c’è una possibilità piuttosto ampia di poter svolgere altre attività lavorative. La disciplina più specifica, relativa alle incompatibilità del personale docente, è contenuta essenzialmente nell’articolo 508 del DLgs 297/94 (che il DLgs 165/01 richiama) e nell’articolo 33 del Ccnl 2003. Per il personale ATA, invece, non essendoci disposizioni specifiche, valgono le norme di carattere generale previste per gli altri pubblici dipendenti e l’articolo 57 del Ccnl 2003. Ci sono però altri casi in cui il dipendente pubblico, anche se a tempo pieno, può svolgere, se autorizzato, dalla propria Amministrazione, incarichi di tipo diverso. Le condizioni e i criteri in base ai quali il dipendente a tempo pieno può essere autorizzato a svolgere un’altra attività sono:

  • la temporaneità e l’occasionalità dell’incarico. Sono, quindi, autorizzabili le attività esercitate sporadicamente ed occasionalmente, anche se eseguite periodicamente e retribuite, qualora per l’aspetto quantitativo e per la mancanza di abitualità, non diano luogo ad interferenze con l’impiego;

  • il non conflitto con gli interessi dell’amministrazione e con il principio del buon andamento della pubblica amministrazione;

  • la compatibilità dell’impegno lavorativo derivante dall’incarico con l’attività lavorativa di servizio cui il dipendente è addetto tale da non pregiudicarne il regolare svolgimento. L’attività deve essere svolta al di fuori dell’orario di servizio.

In base a tali criteri sono da considerarsi attività incompatibili:

  • l’esercizio di attività commerciale, industriale o prestazioni professionali

  • l’impiego alle dipendenze sia di privati che di enti pubblici;

  • l’incarico in società costituite a fini di lucro, tranne che si tratti di cariche in società od enti per i quali la nomina è riservata allo Stato.

Tra le attività pienamente compatibili, per i dipendenti a tempo pieno o con orario superiore al 50%:

  • le attività che sono esplicitazioni di quei diritti e libertà costituzionalmente garantiti, quali la partecipazione ad associazioni sportive, culturali, religiose, di opinione etc..,

  • le attività rese a titolo gratuito presso associazioni di volontariato o cooperative a carattere socio-assistenziale senza scopo di lucro (volontariato presso un sindacato);

  • le attività, anche con compenso, che siano espressive di diritti della personalità, di associazione e di manifestazione del pensiero, quali le collaborazioni a giornali, riviste, enciclopedie e simili;

  • l’utilizzazione economica da parte dell’autore o dell’inventore di opere dell’ingegno e di invenzioni industriali;

  • la partecipazione a convegni e seminari;

  • tutte le attività per le quali è corrisposto il solo rimborso delle spese documentate;

  • gli incarichi per i quali il dipendente è posto in posizione di aspettativa, di comando o di fuori ruolo;

  • gli incarichi conferiti dalle organizzazioni sindacali ai dipendenti distaccati o in aspettativa non retribuita per motivi sindacali;

  • la partecipazione a società di capitali quali ad esempio le società per azioni, società in accomandita in qualità di socio accomandante (con responsabilità limitata al capitale versato);

  • gli incarichi conferiti da altre pubbliche amministrazioni a condizione che non interferiscano con l’attività principale;

  • le collaborazioni plurime con altre scuole;

  • la partecipazione a società agricole a conduzione familiare quando l’impegno è modesto e di tipo non continuativo;

  • l’attività di amministratore di condominio limitatamente al proprio condominio;

  • gli incarichi presso le commissioni tributarie;

  • gli incarichi come revisore contabile;

  • attività di formazione diretta ai dipendenti della pubblica amministrazione nonché di docenza e di ricerca scientifica.

Inoltre al personale docente, anche se a tempo pieno, è consentito, previa autorizzazione da parte del dirigente scolastico, l’esercizio di libere professioni e dare lezioni private ad alunni che non frequentano il proprio istituto, a condizione che non siano di pregiudizio all’assolvimento di tutte le attività inerenti la funzione docente e che siano compatibili con l’orario di insegnamento e di servizio. Inoltre l’esercizio della libera professione è subordinata anche alle seguenti ulteriori limitazioni:

  1. che gli eventuali incarichi professionali non siano conferiti dalle amministrazioni pubbliche

  2. che l’eventuale patrocinio in controversie non coinvolga come parte una pubblica amministrazione

  3. l’iscrizione all’albo/elenchi speciali nel caso tale obbligo sia previsto per legge (es. nel caso degli avvocati).

I limiti di cui ai punti 1 e 2 sono stabiliti dall’articolo 1 comma 56 bis della legge 662 del 1996 come modificata dalla legge 28 maggio 1997 n. 140. I dipendenti a part-time che non superano il 50% della prestazione lavorativa obbligatoria (ad esempio un ATA che svolge 18 ore settimanali) possono svolgere un’altra attività lavorativa sia come dipendente (mai con una amministrazione pubblica) sia come lavoratore autonomo a condizione che tali attività non comportino un conflitto di interesse con la specifica attività di servizio del dipendente. Infine, i dipendenti a tempo parziale con orario non superiore al 50% se iscritti ad albi professionali non possono comunque svolgere incarichi professionali per conto di pubbliche amministrazioni e non possono assumere il patrocinio legale in quelle controversie dove è coinvolta una pubblica amministrazione (comma 56 bis dell’articolo 1 della legge 662 del 1996 come modificata dalla legge 28 maggio 1997 n. 140). Accettazione incarichi a tempo determinato nella scuola per altro profilo/ordine di scuola Il personale di ruolo interessato ad un diverso rapporto di lavoro a tempo determinato con la scuola statale, può accedere a specifici istituti contrattuali per poterlo fare: l’articolo 36 per i docenti (purché in diverso grado o classe di concorso) e l’articolo 59 per gli ATA.




di ISABELLA CASTAGNA


contatti: redazione@ascuolaoggi.it - info@ascuolaoggi.it


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