Si è svolto oggi la riunione tra ARAN e sindacati avente ad oggetto la ricognizione delle risorse stanziate per il rinnovo del CCNL “Istruzione e...

Si è svolta oggi la riunione tra ARAN e sindacati avente ad oggetto la ricognizione delle risorse stanziate per il rinnovo del CCNL “Istruzione e Ricerca” 2022/2024.
Le risorse disponibili sono solo quelle stanziate dalle leggi di bilancio degli scorsi anni per un aumento complessivo delle retribuzioni pari al 5,78% dal 2024, a cui si somma un ulteriore 0,22% sul salario accessorio dal 2025, per un totale complessivo del 6%.
Gli aumenti medi mensili previsti sono i seguenti:
Ata: 130 euro
Docenti: 150 euro
Università: 142 euro;
Enti di ricerca: 211 euro;
Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica): 174 euro.
ECCO COSA DICONO ALCUNI SINDACATI
CGIL
"Si tratta di aumenti del tutto inadeguati poiché per tutelare le retribuzioni del personale del comparto occorrerebbero aumenti medi di almeno 400 euro mensili, stante il livello di inflazione raggiunto nel triennio di riferimento che va oltre il 17%.
Peraltro quasi il 60% degli aumenti in oggetto sono già stati attribuiti unilateralmente sotto forma di anticipazione, ovvero come indennità di vacanza contrattuale “maggiorata” (mediamente circa 80 euro mensili). Ne deriva che gli aumenti effettivi che i lavoratori si vedranno attribuire in busta a fine trattativa saranno poco più di 60 euro medi mensili.
Non possiamo arrenderci a questa prospettiva, una vera e proprio ingiustizia nei confronti di lavoratori e lavoratrici che ogni giorno fanno funzionare scuole, università, enti di ricerca e istituti di alta formazione. È proprio di questi giorni la notizia (fonte OIL-ILO) secondo cui le retribuzioni dei lavoratori italiani, dal 2008 a oggi, sono diminuite in valore reale di circa l’8%. Percentuale che nel caso dei dipendenti pubblici quasi raddoppia. E questo è un fatto unico nel panorama internazionale. Pertanto, la strada per il rinnovo contrattuale parte chiaramente in faticosa salita"
UIL SCUOLA RUA
"Sul piano economico, abbiamo sottolineato che i 3 miliardi di euro stanziati per il rinnovo contrattuale, già noti grazie alla legge di bilancio, risultano del tutto insufficienti.
Gli aumenti previsti si aggirano intorno ai 136 euro lordi mensili, ma, sottraendo l’indennità di vacanza contrattuale già percepita dai lavoratori, si riduce a circa 56-57 euro lordi mensili. Una cifra che non tiene conto dell’attuale contesto economico, con un’inflazione che supera il 16%, mentre il contratto copre appena il 6%.
La Uil Scuola ha ribadito la necessità di risorse aggiuntive, proponendo due soluzioni: detassare gli aumenti contrattuali e anticipare le risorse già accantonate per il prossimo triennio contrattuale successivo, quello 2025/27. Questi interventi sarebbero fondamentali per garantire un rinnovo contrattuale dignitoso per il personale scolastico".
di VALENTINA TROPEA