Pacifico: "Detto questo va anche detto che per i precari docenti con stipendio base gli aumenti erogati mensilmente da marzo 2024, per tutto il 2024, pari a circa 67 euro, sono..."
Buone notizie, ma solo in apparenza, per gli impiegati pubblici: oltre tre milioni di lavoratori che operano per lo Stato riceveranno infatti a gennaio, come anticipo di contratto un importo aggiuntivo pari a 6,7 volte l’indennità vacanza contrattuale. La somma, che vale per tutti i lavoratori contrattualizzati e non, della Scuola, come dei Ministeri, degli Enti Locali, della Sanità, delle forze armate e di tutti i comparti pubblici, è un anticipo previsto dall’art. 1, commi 27, 28 e 29 della legge 30 dicembre 2023, n. 213, sul rinnovo contratti pubblici, vale a dire la manovra finanziaria dello scorso anno che aveva stanziato i fondi per gli incrementi contrattuali del biennio 2022-2024.
Si tratta, scrive Tutto Lavoro 24, pure con le dovute differenze in base al livello e alle qualifiche professionali, “in ogni caso, di aumenti medi di circa 60 euro lordi pro capite pari a circa una quarantina di euro netti di aumento mensile”. È una somma giusta? Secondo l’Ufficio Studi Anief non proprio: corrisponde, infatti, a circa la metà di quella che dovrebbe essere corrisposta.
“Sull’anticipo del rinnovo contrattuale della scuola occorre fare una premessa – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ed è quella che questi aumenti saranno assorbiti comunque all'atto della firma del prossimo CCNL 2022-24: poiché la legge di bilancio in via di approvazione al Senato sta per approvare un ulteriore piccolo incremento (previsto dal comma 126 dell’articolo 1), si arriverà ad un 6% di incremento complessivo, ma siccome il 3,85% è già nei cedolini dei dipendenti della scuola da un anno, gli aumenti reali saranno solo del 2,15%. Sempre per effetto della nuova manovra di bilancio in corso di approvazione, dovranno poi sommarsi ulteriori aumenti: dello 0,6% dal 1° aprile e dal 1° luglio 2025, rispetto a stanziamenti contrattuali pari a 1,775 miliardi per il 2025, 3,550 miliardi per il 2026 e 5,550 per il 2027”.
“Detto questo – continua Pacifico – va anche detto che per i precari docenti con stipendio base gli aumenti erogati mensilmente da marzo 2024, per tutto il 2024, pari a circa 67 euro, sono quelli assegnati in un’unica soluzione forfetaria ai colleghi di ruolo nel cedolino di dicembre 2023. Dal 2025, dunque, l’assegno mensile scatterà in modo indifferente per supplenti e dipendenti di ruolo della scuola. Solo che si tratta di una somma ridotta, pari circa il 4% del costo della vita, che corrisponde però alla metà di quanto dovuto per legge; l’inflazione, infatti, nel periodo è risultata superiore all’16% e l’indennità di vacanza contrattuale che dovrebbe scattare nelle buste paga non dovrebbe essere inferiore all’8%. Invece, quindi, è dimezzata”.
Il giovane sindacato coglie l’occasione per rilanciare la diffida per interrompere i termini di prescrizione, per recuperare il 50% della inflazione registrata (8,1% del 2022, a cui sommare il 5,4% del 2023 e l’1% del 2024 e pure il previsto 1,8% del 2025). E poiché la meta del 16,1% fa 8,05, a dispetto del 3,85 corrisposto, Anief ha deciso di non stare a guardare.
“Come Anief consigliamo vivamente il personale docente a Ata di presentare, tramite il nostro sindacato, apposita diffida - conclude il presidente Pacifico – con l’obiettivo quindi di interrompere la prescrizione per recuperare 3 mila euro di arretrati di anticipo di aumenti contrattuali 2022/2024 e raddoppiare l’importo dell'indennità mensile di vacanza contrattuale prevista da gennaio 2025.
Per ulteriori informazioni sulla diffida Anief rispetto all’indennità di vacanza contrattuale in arrivo a gennaio 2025 cliccare qui.
di LA REDAZIONE